Nella parte finale del Paradosso sull’attore di Diderot si rintraccia un interessante riferimento a un “poeta drammatico” (la cui identità non viene però rivelata) che operava a Napoli nel Settecento; si tratta di un esemplare caso di autore “la cui principale occupazione non è quella di scrivere commedie […] ma consiste nel trovare nella vita personaggi che abbiano l’età, l’aspetto, la voce, il carattere adatto a ricoprire i suoi ruoli” e per raggiungere un tale risultato “fa provare gli attori per sei mesi, insieme e separatamente” (D. Diderot, Paradosso sull’attore, a cura di Paolo Alatri, Roma, Editori Riuniti, 1993, p. 129). In alcuni studi è stata avanzata l’ipotesi che Diderot, quando parla di quel “poeta drammatico” napoletano, si riferisca a Domenico Luigi Barone, marchese di Liveri, un attore, commediografo e direttore teatrale, attivo a Napoli dagli inizi del Settecento fino all’anno della sua scomparsa nel 1757. L’aspetto interessante sta nel modo come il marchese di Liveri affrontava i problemi dell’organizzazione scenica, per allestimenti che a volte potevano richiedere anche una durata di sette ore, attraverso una minuziosa concertazione della resa scenografica e della preparazione degli attori.

Gli ingegnosi allestimenti del Marchese di Liveri alla corte di Carlo III di Borbone

Paolo Sommaiolo
2017-01-01

Abstract

Nella parte finale del Paradosso sull’attore di Diderot si rintraccia un interessante riferimento a un “poeta drammatico” (la cui identità non viene però rivelata) che operava a Napoli nel Settecento; si tratta di un esemplare caso di autore “la cui principale occupazione non è quella di scrivere commedie […] ma consiste nel trovare nella vita personaggi che abbiano l’età, l’aspetto, la voce, il carattere adatto a ricoprire i suoi ruoli” e per raggiungere un tale risultato “fa provare gli attori per sei mesi, insieme e separatamente” (D. Diderot, Paradosso sull’attore, a cura di Paolo Alatri, Roma, Editori Riuniti, 1993, p. 129). In alcuni studi è stata avanzata l’ipotesi che Diderot, quando parla di quel “poeta drammatico” napoletano, si riferisca a Domenico Luigi Barone, marchese di Liveri, un attore, commediografo e direttore teatrale, attivo a Napoli dagli inizi del Settecento fino all’anno della sua scomparsa nel 1757. L’aspetto interessante sta nel modo come il marchese di Liveri affrontava i problemi dell’organizzazione scenica, per allestimenti che a volte potevano richiedere anche una durata di sette ore, attraverso una minuziosa concertazione della resa scenografica e della preparazione degli attori.
2017
978-88-6719-152-9
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