L’intento di questo lavoro è mostrare come, attraverso un esame lessicale, sia possibile riconoscere uno scambio costante e consistente tra scienza economica e scienza linguistica. Nel titolo si fa riferimento alla circolarità, con il proposito di sottolineare la bi-direzionalità di questo scambio, tuttavia non si può non riconoscere come sia stata e sia ancora oggi più frequente il caso in cui è la linguistica a rivolgersi verso l’economia piuttosto che il contrario. Tuttavia, qualche esempio ha confermato proprio la tendenza alla circolarità di alcuni lessemi che, con grande agilità, sono passati dall’uno all’altro ambito per poi magari tornare a quello di partenza. Il passaggio terminologico dall’ambito economico a quello linguistico è stato costante nella storia delle discipline ed è assolutamente trasversale, dal momento che è possibile rintracciarlo negli autori più diversi, che si inscrivono in approcci teorici anche lontani. Proprio allo scopo di mostrare questa pervasività si è pensato di fornire alcune esemplificazioni, collocando alcune di queste parole in due diverse cornici teoriche che potremmo definire opposte, rappresentando il polo di una maggiore “teoricità”, da un canto, e di una netta “concretezza”, dall’altro: si tratta del paradigma teorico strutturalista e dell’approccio pragmatico. Nel primo si è riscontrata la compresenza di termini come sistema, valore, rendimento, produttività, equilibrio, inflazione. Nella seconda, la condivisione di parole come scelte/preferenze, utilità, cooperazione, strategie, scambio, “gioco”, costi-benefici, transazione, negoziazione. In conclusione, si è voluto sottolineare come non sempre i linguaggi tecnici dei diversi ambiti disciplinari siano del tutto sganciati dal linguaggio ordinario, ma costruiti piuttosto sulla rideterminazione semantica di parole, in alcuni casi, anche assai comuni. Per riprendere la nota opposizione leopardiana “parole/termini”, non è affatto raro che i termini non nascano come nuove coniazioni, ma si costruiscano in realtà su parole esistenti. Certamente, alcune scienze hanno costruito i loro lessici speciali in modo del tutto autonomo dal linguaggio ordinario, ma non è questo il caso della linguistica né dell’economia, le quali, proprio nell’attingere in modo analogo e parallelo alle risorse della lingua comune, hanno reso possibile il passaggio che si è cercato di mettere in evidenza in questo lavoro.

Linguistica e economia: circolarità del lessico

DI PACE, Lucia
2012-01-01

Abstract

L’intento di questo lavoro è mostrare come, attraverso un esame lessicale, sia possibile riconoscere uno scambio costante e consistente tra scienza economica e scienza linguistica. Nel titolo si fa riferimento alla circolarità, con il proposito di sottolineare la bi-direzionalità di questo scambio, tuttavia non si può non riconoscere come sia stata e sia ancora oggi più frequente il caso in cui è la linguistica a rivolgersi verso l’economia piuttosto che il contrario. Tuttavia, qualche esempio ha confermato proprio la tendenza alla circolarità di alcuni lessemi che, con grande agilità, sono passati dall’uno all’altro ambito per poi magari tornare a quello di partenza. Il passaggio terminologico dall’ambito economico a quello linguistico è stato costante nella storia delle discipline ed è assolutamente trasversale, dal momento che è possibile rintracciarlo negli autori più diversi, che si inscrivono in approcci teorici anche lontani. Proprio allo scopo di mostrare questa pervasività si è pensato di fornire alcune esemplificazioni, collocando alcune di queste parole in due diverse cornici teoriche che potremmo definire opposte, rappresentando il polo di una maggiore “teoricità”, da un canto, e di una netta “concretezza”, dall’altro: si tratta del paradigma teorico strutturalista e dell’approccio pragmatico. Nel primo si è riscontrata la compresenza di termini come sistema, valore, rendimento, produttività, equilibrio, inflazione. Nella seconda, la condivisione di parole come scelte/preferenze, utilità, cooperazione, strategie, scambio, “gioco”, costi-benefici, transazione, negoziazione. In conclusione, si è voluto sottolineare come non sempre i linguaggi tecnici dei diversi ambiti disciplinari siano del tutto sganciati dal linguaggio ordinario, ma costruiti piuttosto sulla rideterminazione semantica di parole, in alcuni casi, anche assai comuni. Per riprendere la nota opposizione leopardiana “parole/termini”, non è affatto raro che i termini non nascano come nuove coniazioni, ma si costruiscano in realtà su parole esistenti. Certamente, alcune scienze hanno costruito i loro lessici speciali in modo del tutto autonomo dal linguaggio ordinario, ma non è questo il caso della linguistica né dell’economia, le quali, proprio nell’attingere in modo analogo e parallelo alle risorse della lingua comune, hanno reso possibile il passaggio che si è cercato di mettere in evidenza in questo lavoro.
2012
9789735954086
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/30695
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