Questo lavoro è partito dalla ricerca dei logonimi (parole per le parole) nelle protolingue di fase preistorica, alle quali approda quel filone della linguistica storica piuttosto eterodosso che va sotto il nome di linguistica macrocomparativa. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sulle principali proposte di questa prassi della ricerca linguistica, vale a dire sull’ipotesi nostratica, su quella dene-caucasica e su quella amerindia di Greenberg. Tuttavia, l’esame non si è fermato a quella che potremmo definire comparazione di II grado, ma si è esteso alle comparazioni di III grado ed oltre, fino ad arrivare ad una ipotesi di etimologia globale avanzata da Ruhlen. Un primo risultato scaturito dalla ricerca sulla presenza dei logonimi nella prassi della linguistica macrocomparativa, riguarda la presenza stessa di tali termini nel cosiddetto “lessico di base”. Ciò consente di ipotizzare che la lingua senta la necessità di rappresentarsi precocemente e che quindi la riflessione sul fatto linguistico trovi una sua espressione linguistica anche in fase preistorica. D’altra parte, non si può non considerare che la rilevanza dei logonimi in questo lessico di base è anche il risultato di una proiezione del linguista che, probabilmente in modo inconsapevole, va alla ricerca del suo oggetto di studio, ipotizzando la nascita coesistente di linguaggio e metalinguaggio. Nel presente lavoro, dopo aver analizzato il piano metodologico e aver messo in evidenza tutti gli aspetti criticabili del modo di operare di questi studiosi, si è voluto presentare un bilancio di quanto è stato raccolto in questo ambito lessicale. Sono stati trovati dati relativi alle quattro categorie individuate da Silvestri (2000) (referenziali, relazionali, fenomenici, processuali); tuttavia, a conferma delle osservazioni fatte sopra sull’incidenza dei logonimi nell’ambito del “lessico di base”, la maggior parte dei termini logonimici si presentano nella sfera di quelle che si possono definire attività basilari. Le attività linguistiche sono presenti nelle protolingue ricostruite di fase preistorica nella loro dimensione più fattiva e concreta, vale a dire, si riferiscono in gran parte alla dimensione esecutiva della lingua e in scarsa misura a quella più astratta che fa riferimento ai processi di elaborazione linguistica sul piano cognitivo.

I logonimi negli studi di preistoria linguistica

DI PACE, Lucia
2005-01-01

Abstract

Questo lavoro è partito dalla ricerca dei logonimi (parole per le parole) nelle protolingue di fase preistorica, alle quali approda quel filone della linguistica storica piuttosto eterodosso che va sotto il nome di linguistica macrocomparativa. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sulle principali proposte di questa prassi della ricerca linguistica, vale a dire sull’ipotesi nostratica, su quella dene-caucasica e su quella amerindia di Greenberg. Tuttavia, l’esame non si è fermato a quella che potremmo definire comparazione di II grado, ma si è esteso alle comparazioni di III grado ed oltre, fino ad arrivare ad una ipotesi di etimologia globale avanzata da Ruhlen. Un primo risultato scaturito dalla ricerca sulla presenza dei logonimi nella prassi della linguistica macrocomparativa, riguarda la presenza stessa di tali termini nel cosiddetto “lessico di base”. Ciò consente di ipotizzare che la lingua senta la necessità di rappresentarsi precocemente e che quindi la riflessione sul fatto linguistico trovi una sua espressione linguistica anche in fase preistorica. D’altra parte, non si può non considerare che la rilevanza dei logonimi in questo lessico di base è anche il risultato di una proiezione del linguista che, probabilmente in modo inconsapevole, va alla ricerca del suo oggetto di studio, ipotizzando la nascita coesistente di linguaggio e metalinguaggio. Nel presente lavoro, dopo aver analizzato il piano metodologico e aver messo in evidenza tutti gli aspetti criticabili del modo di operare di questi studiosi, si è voluto presentare un bilancio di quanto è stato raccolto in questo ambito lessicale. Sono stati trovati dati relativi alle quattro categorie individuate da Silvestri (2000) (referenziali, relazionali, fenomenici, processuali); tuttavia, a conferma delle osservazioni fatte sopra sull’incidenza dei logonimi nell’ambito del “lessico di base”, la maggior parte dei termini logonimici si presentano nella sfera di quelle che si possono definire attività basilari. Le attività linguistiche sono presenti nelle protolingue ricostruite di fase preistorica nella loro dimensione più fattiva e concreta, vale a dire, si riferiscono in gran parte alla dimensione esecutiva della lingua e in scarsa misura a quella più astratta che fa riferimento ai processi di elaborazione linguistica sul piano cognitivo.
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