La traduzione di un saggio di linguistica pone problemi di natura pratica e teorica: essa si colloca infatti all’incrocio tra la traduzione letteraria e quella specialistica in senso stretto. Un saggio o un trattato di discipline come la filosofia, l’economia, l’antropologia, la linguistica non si costituisce semplicemente come un contenitore in cui si veicolano asettici contenuti di pensiero scientifico, ma rappresenta un testo con tutta la sua complessità ideologica e culturale, espressa in una lingua che molto spesso si caratterizza come idioletto specifico di un autore. Di conseguenza, la traduzione saggistica deve tener conto di questi tre livelli: il contenuto scientifico in senso stretto, l’ideologia o paradigma culturale che sottostà a tale contenuto e lo specifico modo attraverso il quale quel particolare contenuto scientifico viene espresso. Nel caso di un saggio di linguistica il valore della traduzione, che senza ombra di dubbio potremmo definire tecnico-specialistica, può passare non tanto, o perlomeno non solo, attraverso la resa della micro-lingua specifica (cioè, attraverso una buona equivalenza del metalinguaggio), ma piuttosto nella capacità di trasporre nel testo tradotto l’intero mondo culturale e l’idiosincratico mondo concettuale dell’autore. Questo lavoro è il frutto di osservazioni scaturite dall’analisi contrastiva di due traduzioni inglesi (Baskin 1959, Harris 1983) del Cours de linguistique générale di Saussure. Effettuando il confronto tra le traduzioni, è emerso in modo netto come i due traduttori siano stati animati da spiriti diversi soprattutto per gli ultimi due dei livelli individuati sopra. In questo scenario, si è fatto riferimento al trattamento che alcune parole, cariche di valenze ideologiche, hanno ricevuto nelle due traduzioni, portando testimonianza del diverso orientamento dei traduttori: quello di Baskin, incentrato sul rispetto dell’autore, e quello di Harris, volto piuttosto a facilitare il compito del lettore. Nel saggio si è verificata dunque la resa di termini saussuriani come organisme, espèce, image. Ancora si è indagato il trattamento delle metafore impiegate da Saussure. In conclusione, si è visto come, a differenza della traduzione di Baskin, fedele all’originale, quella di Harris si configuri come il frutto di un’operazione di ammodernamento e, per certi aspetti, di tecnicizzazione dell’originale saussuriano: Harris, operando cancellazioni, sostituzioni e inserimenti, in nome di una maggiore trasparenza scientifica, sposta completamente l’asse del suo lavoro sul piano dello specialismo, manifestando una forte tendenza a tradurre il linguaggio ordinario in linguaggio tecnico specialistico.

Quando la traduzione specialistica passa per i termini non specialistici

DI PACE, Lucia
2011-01-01

Abstract

La traduzione di un saggio di linguistica pone problemi di natura pratica e teorica: essa si colloca infatti all’incrocio tra la traduzione letteraria e quella specialistica in senso stretto. Un saggio o un trattato di discipline come la filosofia, l’economia, l’antropologia, la linguistica non si costituisce semplicemente come un contenitore in cui si veicolano asettici contenuti di pensiero scientifico, ma rappresenta un testo con tutta la sua complessità ideologica e culturale, espressa in una lingua che molto spesso si caratterizza come idioletto specifico di un autore. Di conseguenza, la traduzione saggistica deve tener conto di questi tre livelli: il contenuto scientifico in senso stretto, l’ideologia o paradigma culturale che sottostà a tale contenuto e lo specifico modo attraverso il quale quel particolare contenuto scientifico viene espresso. Nel caso di un saggio di linguistica il valore della traduzione, che senza ombra di dubbio potremmo definire tecnico-specialistica, può passare non tanto, o perlomeno non solo, attraverso la resa della micro-lingua specifica (cioè, attraverso una buona equivalenza del metalinguaggio), ma piuttosto nella capacità di trasporre nel testo tradotto l’intero mondo culturale e l’idiosincratico mondo concettuale dell’autore. Questo lavoro è il frutto di osservazioni scaturite dall’analisi contrastiva di due traduzioni inglesi (Baskin 1959, Harris 1983) del Cours de linguistique générale di Saussure. Effettuando il confronto tra le traduzioni, è emerso in modo netto come i due traduttori siano stati animati da spiriti diversi soprattutto per gli ultimi due dei livelli individuati sopra. In questo scenario, si è fatto riferimento al trattamento che alcune parole, cariche di valenze ideologiche, hanno ricevuto nelle due traduzioni, portando testimonianza del diverso orientamento dei traduttori: quello di Baskin, incentrato sul rispetto dell’autore, e quello di Harris, volto piuttosto a facilitare il compito del lettore. Nel saggio si è verificata dunque la resa di termini saussuriani come organisme, espèce, image. Ancora si è indagato il trattamento delle metafore impiegate da Saussure. In conclusione, si è visto come, a differenza della traduzione di Baskin, fedele all’originale, quella di Harris si configuri come il frutto di un’operazione di ammodernamento e, per certi aspetti, di tecnicizzazione dell’originale saussuriano: Harris, operando cancellazioni, sostituzioni e inserimenti, in nome di una maggiore trasparenza scientifica, sposta completamente l’asse del suo lavoro sul piano dello specialismo, manifestando una forte tendenza a tradurre il linguaggio ordinario in linguaggio tecnico specialistico.
2011
9788820742751
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/33570
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