Maturata alla Conferenza della Pace di Parigi, l’offerta del governo britannico all’Italia di un «mandato» sulla Transcaucasia fu all’origine dei progetti governativi italiani di occupazione militare, prima, e di penetrazione economica, poi, nella regione. La Transcaucasia, con le sue risorse minerarie e ricchezze naturali, considerata un possibile mercato per l’industria italiana e finanche sbocco per l’emigrazione, sembrò potere offrire una risposta ai problemi economici e sociali dell’Italia nel dopoguerra. Su questo sfondo, l’articolo - sulla base in particolare di documentazione dell’Archivio del Ministero degli Affari Esteri di Roma e del Public Record Office di Londra – ricostruisce, dal momento dell’offerta britannica alla proclamazione delle repubbliche socialiste sovietiche in Georgia, Armenia e Azerbaigian, i progetti di espansione verso il Mar Nero e le iniziative avviate in Transcaucasia con il sostegno del governo da gruppi finanziari e imprese italiane (grandi banche e industrie ma anche piccoli imprenditori). Dall’analisi emerge un bilancio complessivamente passivo per le imprese italiane e in particolare per le società da esse costituite per operare nella regione, a fronte di qualche vantaggio per il Paese nell’approvvigionamento di materie prime e di prodotti energetici.

Verso il Mar Nero nella crisi del primo dopoguerra. Programmi governativi, imprese e investimenti italiani in Transcaucasia

DE MATTEO, Luigi
2010-01-01

Abstract

Maturata alla Conferenza della Pace di Parigi, l’offerta del governo britannico all’Italia di un «mandato» sulla Transcaucasia fu all’origine dei progetti governativi italiani di occupazione militare, prima, e di penetrazione economica, poi, nella regione. La Transcaucasia, con le sue risorse minerarie e ricchezze naturali, considerata un possibile mercato per l’industria italiana e finanche sbocco per l’emigrazione, sembrò potere offrire una risposta ai problemi economici e sociali dell’Italia nel dopoguerra. Su questo sfondo, l’articolo - sulla base in particolare di documentazione dell’Archivio del Ministero degli Affari Esteri di Roma e del Public Record Office di Londra – ricostruisce, dal momento dell’offerta britannica alla proclamazione delle repubbliche socialiste sovietiche in Georgia, Armenia e Azerbaigian, i progetti di espansione verso il Mar Nero e le iniziative avviate in Transcaucasia con il sostegno del governo da gruppi finanziari e imprese italiane (grandi banche e industrie ma anche piccoli imprenditori). Dall’analisi emerge un bilancio complessivamente passivo per le imprese italiane e in particolare per le società da esse costituite per operare nella regione, a fronte di qualche vantaggio per il Paese nell’approvvigionamento di materie prime e di prodotti energetici.
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