Il contributo analizza il ‘miracle’ I 14 della collezione di Gautier de Coinci, evidenziandone anzitutto le peculiarità compositive (circolarità, parallelismi, opposizioni). Pivot strutturale del racconto è ovviamente l’intervento della «douce mere Dieu», che produce il ribaltamento del processo di degradazione posto in essere nella prima parte del racconto nel processo di miglioramento messo in scena nella seconda. Il fondamento morale del miracolo, riconoscibile nel monito evangelico che recita «colui che si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato» (il vescovo arrogante incarnando il superbo destinato ad essere disperso e rovesciato, il cappellano semplice rappresentando l’umile meritevole di essere innalzato), si coniuga perfettamente con quello dottrinale più generale, inerente il ruolo di co-redentrice, dispensatrice di grazia e intermediaria tra cielo e terra assolto dalla Vergine, icasticamente evidenziato dalla posizione dominante e centrale che ella occupa nella rappresentazione e dalla quale presiede all’evento. Il ‘miracle’, inoltre, rappresenta efficacemente il conflitto tra vescovi e chierici, che, assieme a quella sull’ignoranza del clero e sulla reale presenza di Cristo nell’ostia, pure riflesse nel racconto, fu tra le questioni più ampiamente dibattutte nel corso del IV Concilio Lateranense promosso da Innocenzo III.

"Qui s'essauce, Diex l'umelie, qui s'umelie, Diex l'essauce: il 'miracle' I 14 di Gautier de Coinci

LUONGO, Salvatore
2006-01-01

Abstract

Il contributo analizza il ‘miracle’ I 14 della collezione di Gautier de Coinci, evidenziandone anzitutto le peculiarità compositive (circolarità, parallelismi, opposizioni). Pivot strutturale del racconto è ovviamente l’intervento della «douce mere Dieu», che produce il ribaltamento del processo di degradazione posto in essere nella prima parte del racconto nel processo di miglioramento messo in scena nella seconda. Il fondamento morale del miracolo, riconoscibile nel monito evangelico che recita «colui che si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato» (il vescovo arrogante incarnando il superbo destinato ad essere disperso e rovesciato, il cappellano semplice rappresentando l’umile meritevole di essere innalzato), si coniuga perfettamente con quello dottrinale più generale, inerente il ruolo di co-redentrice, dispensatrice di grazia e intermediaria tra cielo e terra assolto dalla Vergine, icasticamente evidenziato dalla posizione dominante e centrale che ella occupa nella rappresentazione e dalla quale presiede all’evento. Il ‘miracle’, inoltre, rappresenta efficacemente il conflitto tra vescovi e chierici, che, assieme a quella sull’ignoranza del clero e sulla reale presenza di Cristo nell’ostia, pure riflesse nel racconto, fu tra le questioni più ampiamente dibattutte nel corso del IV Concilio Lateranense promosso da Innocenzo III.
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