La marginalizzazione economica di ampie fasce sociali è unanimemente riconosciuta come una delle cause principali dell’eccezionale ondata di proteste popolari che hanno travolto il mondo arabo nel 2010-11. In Egitto, l’emergere di una vera e propria questione sociale nei 10 anni che precedono la cosiddetta ‘Rivoluzione del 25 gennaio’ 2011 è ben esemplificata dall’intensificarsi delle proteste operaie. Tra il 1998 e il 2009 circa 2 milioni di operai partecipano a più di 3300 episodi di occupazione di fabbriche, scioperi, manifestazioni o altri tipi di azioni di protesta collettive non autorizzate andando così a formare quello che è di gran lunga il principale movimento sociale dell’Egitto dalla seconda guerra mondiale in poi. Pur non disponendo di sufficiente organizzazione e risorse per formare i quadri rivoluzionari nel corso degli eventi del gennaio-febbraio 2011, il movimento operaio ha comunque avuto un ruolo importante nel creare la cultura di protesta che ha de-legittimato il regime a partire dagli anni 2000. Allo stesso tempo, la sua evoluzione nel post-Mubarak può servire come cartina di tornasole per valutare il grado e la natura del cambiamento post-rivoluzionario nonché limiti e potenzialità della mobilitazione dal basso in un contesto neo-autoritario quale quello egiziano.

Il movimento operaio in Egitto prima e dopo la ‘rivoluzione del 25 gennaio 2011

Pioppi, Daniela
2013-01-01

Abstract

La marginalizzazione economica di ampie fasce sociali è unanimemente riconosciuta come una delle cause principali dell’eccezionale ondata di proteste popolari che hanno travolto il mondo arabo nel 2010-11. In Egitto, l’emergere di una vera e propria questione sociale nei 10 anni che precedono la cosiddetta ‘Rivoluzione del 25 gennaio’ 2011 è ben esemplificata dall’intensificarsi delle proteste operaie. Tra il 1998 e il 2009 circa 2 milioni di operai partecipano a più di 3300 episodi di occupazione di fabbriche, scioperi, manifestazioni o altri tipi di azioni di protesta collettive non autorizzate andando così a formare quello che è di gran lunga il principale movimento sociale dell’Egitto dalla seconda guerra mondiale in poi. Pur non disponendo di sufficiente organizzazione e risorse per formare i quadri rivoluzionari nel corso degli eventi del gennaio-febbraio 2011, il movimento operaio ha comunque avuto un ruolo importante nel creare la cultura di protesta che ha de-legittimato il regime a partire dagli anni 2000. Allo stesso tempo, la sua evoluzione nel post-Mubarak può servire come cartina di tornasole per valutare il grado e la natura del cambiamento post-rivoluzionario nonché limiti e potenzialità della mobilitazione dal basso in un contesto neo-autoritario quale quello egiziano.
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