Nell’era della globalizzazione volta a ‘pesare’ e commisurare qualunque interesse ed esigenza, i diritti fondamentali sono ancora da considerarsi “conquiste ottenute dal popolo” quali baluardi di difesa dell’individuo rispetto all’ingerenza del potere pubblico come erano in origine? La risposta purtroppo oggi non appare più così ovvia. Sembra infatti che da diverso tempo sia in atto un radicale cambiamento riguardante la sfera d’azione del legislatore nonché dei giudici in merito ai diritti fondamentali. Nelle attuali esperienze statuali si assiste a una totale trasformazione della competenza dello Stato che da negativa va mutandosi in positiva, “addirittura in un compito, cioè nel dovere di intervenire”, in alcuni casi persino senza alcuna limitazione laddove si invoca il diritto alla sicurezza-prevenzione. Questo lavoro, attraverso lo studio specifico del fenomeno tedesco come poi sviluppato anche in Italia, intende porre in evidenza la duplice posizione adottata dalla giurisprudenza rispetto a taluni interventi del legislatore volti a disciplinare i diritti fondamentali ma sostanzialmente diretti a svuotarli di contenuto piuttosto che ad assicurarne un esercizio quanto più ampio possibile: i giudici invero o finiscono col confermare la decisione del legislatore avendo forgiato a tal fine una teoria apposita, quella c.d. dei valori, su cui fondare il ‘bilanciamento’ degli interessi contrapposti. Oppure, all’opposto, tuttavia meno di frequente in questa fase storica, cercano di spostare la linea di confine tracciata tra autorità e libertà a vantaggio della libertà grazie al ricorso a clausole generali quali il principio di proporzionalità in tale ottica individuato da qualcuno come un principio che imporrebbe allo Stato un “obbligo di moderazione”. In ogni caso il risultato ultimo è quello di una “rivoluzione concettuale” che scardina l’idea stessa dei diritti fondamentali, reggendosi sul bilanciamento di interessi, nonché, al contempo, dello spostamento dell’asse del potere legislativo a favore di quello giudiziario.
Diritti fondamentali e principio di proporzionalità: dalla “tirannia dei valori” alla tirannia dei giudici nell’esempio tedesco
IMPARATO, Emma Annamaria
2014-01-01
Abstract
Nell’era della globalizzazione volta a ‘pesare’ e commisurare qualunque interesse ed esigenza, i diritti fondamentali sono ancora da considerarsi “conquiste ottenute dal popolo” quali baluardi di difesa dell’individuo rispetto all’ingerenza del potere pubblico come erano in origine? La risposta purtroppo oggi non appare più così ovvia. Sembra infatti che da diverso tempo sia in atto un radicale cambiamento riguardante la sfera d’azione del legislatore nonché dei giudici in merito ai diritti fondamentali. Nelle attuali esperienze statuali si assiste a una totale trasformazione della competenza dello Stato che da negativa va mutandosi in positiva, “addirittura in un compito, cioè nel dovere di intervenire”, in alcuni casi persino senza alcuna limitazione laddove si invoca il diritto alla sicurezza-prevenzione. Questo lavoro, attraverso lo studio specifico del fenomeno tedesco come poi sviluppato anche in Italia, intende porre in evidenza la duplice posizione adottata dalla giurisprudenza rispetto a taluni interventi del legislatore volti a disciplinare i diritti fondamentali ma sostanzialmente diretti a svuotarli di contenuto piuttosto che ad assicurarne un esercizio quanto più ampio possibile: i giudici invero o finiscono col confermare la decisione del legislatore avendo forgiato a tal fine una teoria apposita, quella c.d. dei valori, su cui fondare il ‘bilanciamento’ degli interessi contrapposti. Oppure, all’opposto, tuttavia meno di frequente in questa fase storica, cercano di spostare la linea di confine tracciata tra autorità e libertà a vantaggio della libertà grazie al ricorso a clausole generali quali il principio di proporzionalità in tale ottica individuato da qualcuno come un principio che imporrebbe allo Stato un “obbligo di moderazione”. In ogni caso il risultato ultimo è quello di una “rivoluzione concettuale” che scardina l’idea stessa dei diritti fondamentali, reggendosi sul bilanciamento di interessi, nonché, al contempo, dello spostamento dell’asse del potere legislativo a favore di quello giudiziario.File | Dimensione | Formato | |
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