Biografia, la prima recente in lingua italiana, di uno dei maggiori protagonisti della storia europea della prima metà del secolo XIX, anzi meglio del passaggio dall'Antico Regime alla nuova società politica dell'Europa post-rivoluzionaria. In questa prospettiva Metternich è sottratto ad alcune tradizionali definizioni della storiografia internazionale (il nemico della Rivoluzione, l'uomo che reprime in controtendenza i processi di formazione delle moderne nazionalità) o della storiografia italiana (l'Italia come "espressione geografica) e viene restituito alla dialettica egemonia-equilibrio come dialettica di lunga durata della storia europea. Il volume segue, dunque, Metternich dalla sua formazione nella società renana della fine del secolo XVIII (egli nasce a Coblenza) fino alla morte, l'11 giugno 1859, quando già si è avviata la guerra che avrebbe portato alla nascita della nazione italiana. Appaiono, in questo ampio arco di tempo biologico, determinanti -come è ovvio- i rapporti con Napoleone e il ruolo giocato nella caduta dell'Imperatore francese, Il Congresso di Vienna e la sistemazione dell'Europa del secolo XIX, ma anche aspetti meno avvertiti dalla storiografia come l'azione svolta nella modernizzazione dell'Impero asburgico, tanto sotto il profilo politico attraverso progetti di ristrutturazione della rappresentanza e dell'amministrazione delle diverse componenti etniche dell'Impero, quanto sotto il profilo economico e l'apertura, soprattutto in area boema, alla industrializzazione. Particolarmente significativo si mostra, poi, il nodo del 1848, il successivo esilio, e il ruolo svolto, ormai lontano dalla politica ufficiale, nel decennio Cinquanta, quando sono al governo dell'Impero alcuni dei suoi più stretti collaboratori i quali, tuttavia, nella loro formula del metternichismo dopo Metternich non riescono a cogliere con eguale intelligenza punti di crisi e limiti dell'equilibrio europeo e collocano l'Austria, così nella crisi di Crimea come in quella italiana, in una posizione che rovescia la centralità metternichiana del Congresso di Vienna nel totale isolamento di Vienna, premonitore della rovinosa sconfitta di Sadowa
Metternich
MASCILLI MIGLIORINI, Luigi
2014-01-01
Abstract
Biografia, la prima recente in lingua italiana, di uno dei maggiori protagonisti della storia europea della prima metà del secolo XIX, anzi meglio del passaggio dall'Antico Regime alla nuova società politica dell'Europa post-rivoluzionaria. In questa prospettiva Metternich è sottratto ad alcune tradizionali definizioni della storiografia internazionale (il nemico della Rivoluzione, l'uomo che reprime in controtendenza i processi di formazione delle moderne nazionalità) o della storiografia italiana (l'Italia come "espressione geografica) e viene restituito alla dialettica egemonia-equilibrio come dialettica di lunga durata della storia europea. Il volume segue, dunque, Metternich dalla sua formazione nella società renana della fine del secolo XVIII (egli nasce a Coblenza) fino alla morte, l'11 giugno 1859, quando già si è avviata la guerra che avrebbe portato alla nascita della nazione italiana. Appaiono, in questo ampio arco di tempo biologico, determinanti -come è ovvio- i rapporti con Napoleone e il ruolo giocato nella caduta dell'Imperatore francese, Il Congresso di Vienna e la sistemazione dell'Europa del secolo XIX, ma anche aspetti meno avvertiti dalla storiografia come l'azione svolta nella modernizzazione dell'Impero asburgico, tanto sotto il profilo politico attraverso progetti di ristrutturazione della rappresentanza e dell'amministrazione delle diverse componenti etniche dell'Impero, quanto sotto il profilo economico e l'apertura, soprattutto in area boema, alla industrializzazione. Particolarmente significativo si mostra, poi, il nodo del 1848, il successivo esilio, e il ruolo svolto, ormai lontano dalla politica ufficiale, nel decennio Cinquanta, quando sono al governo dell'Impero alcuni dei suoi più stretti collaboratori i quali, tuttavia, nella loro formula del metternichismo dopo Metternich non riescono a cogliere con eguale intelligenza punti di crisi e limiti dell'equilibrio europeo e collocano l'Austria, così nella crisi di Crimea come in quella italiana, in una posizione che rovescia la centralità metternichiana del Congresso di Vienna nel totale isolamento di Vienna, premonitore della rovinosa sconfitta di SadowaFile | Dimensione | Formato | |
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