Il saggio indaga il modo in cui l’ideale filosofico, giuridico e morale del cosmopolitismo pervade la rappresentazione letteraria del XVIII secolo, e in particolare dà forma ad alcuni romanzi inglesi di quel periodo. Riconoscendo in questo ideale una serie di valori presentati come compatibili nella trattatistica etico-filosofica, il saggio mostra all’inverso come nella narrazione romanzesca emerga continuamente un’inconciliabilità tra i principi di solidarietà e i valori individuali dell’ego, aporia che spesso assume le sembianze di una contraddizione irrisolvibile tra la felicità individuale e il bene collettivo. Alla luce di queste riflessioni, lo studio affronta due capolavori del Settecento inglese, Tom Jones di Henry Fielding e Tristram Shandy di Laurence Sterne, i quali trasfigurano e mettono in scena quelle aporie assiologiche che il cosmopolitismo ha sviluppato nel corso della sua storia, e le rappresentano attraverso la lente illuminante dell’“esperienza della vita”. Prova ne sono le innovazioni e i paradigmi narrativi che coinvolgono, in forme nuove, le relazioni tra narratore, personaggio, e trama del romanzo. Ciò che il saggio contribuisce a far emergere è, in ultima analisi, il cambiamento di prospettiva del XVIII secolo che di fatto trasferisce l’ideale cosmopolita sul terreno della secolarizzazione e della storia, trasformando le sue aporie – che i romanzi raccontano senza risolvere - da filosofiche a morali ed esistenziali.
La buona natura e la coscienza cattiva. Aporie del cosmopolitismo nei romanzi inglesi del '700
AMALFITANO, Paolo
2014-01-01
Abstract
Il saggio indaga il modo in cui l’ideale filosofico, giuridico e morale del cosmopolitismo pervade la rappresentazione letteraria del XVIII secolo, e in particolare dà forma ad alcuni romanzi inglesi di quel periodo. Riconoscendo in questo ideale una serie di valori presentati come compatibili nella trattatistica etico-filosofica, il saggio mostra all’inverso come nella narrazione romanzesca emerga continuamente un’inconciliabilità tra i principi di solidarietà e i valori individuali dell’ego, aporia che spesso assume le sembianze di una contraddizione irrisolvibile tra la felicità individuale e il bene collettivo. Alla luce di queste riflessioni, lo studio affronta due capolavori del Settecento inglese, Tom Jones di Henry Fielding e Tristram Shandy di Laurence Sterne, i quali trasfigurano e mettono in scena quelle aporie assiologiche che il cosmopolitismo ha sviluppato nel corso della sua storia, e le rappresentano attraverso la lente illuminante dell’“esperienza della vita”. Prova ne sono le innovazioni e i paradigmi narrativi che coinvolgono, in forme nuove, le relazioni tra narratore, personaggio, e trama del romanzo. Ciò che il saggio contribuisce a far emergere è, in ultima analisi, il cambiamento di prospettiva del XVIII secolo che di fatto trasferisce l’ideale cosmopolita sul terreno della secolarizzazione e della storia, trasformando le sue aporie – che i romanzi raccontano senza risolvere - da filosofiche a morali ed esistenziali.File | Dimensione | Formato | |
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