Questa pubblicazione ricostruisce il testo inedito della seconda redazione della Sirenide di Paolo Regio, figura di spicco nella cultura del secondo Cinquecento: letterato, umanista e teologo, vescovo di Vico Equense dal 1583 al 1607. Il poema regiano (che imita la Comedìa di Dante e soprattutto il Quadriregio del domenicano Federico Frezzi), stampato per la prima volta a Napoli da Pace nel 1603, fu oggetto di una lunga rielaborazione da parte dell'Autore che scrisse anche un imponente commento in vista di una seconda edizione mai realizzata. Il manoscritto XIII D 130, datato 1606, che accoglie il testo poetico della Sirenide rivisto e commentato, si conserva presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Rispetto al modello dantesco e frezziano, sono significativi nel poema spirituale del Vescovo di Vico il racconto in terza persona e la riscrittura in una forma 'moderna': viene usata l'ottava al posto della terzina. L'opera, nel raccontare il viaggio di Sireno dall'Inferno al Paradiso, diventa apologia della Chiesa cattolica e trasmette, attraverso un misurato classicismo, il rigore di un intellettuale controriformista e l'inquietudine propria dei tempi.
Paolo Regio, Sirenide
CERBO, Anna
2014-01-01
Abstract
Questa pubblicazione ricostruisce il testo inedito della seconda redazione della Sirenide di Paolo Regio, figura di spicco nella cultura del secondo Cinquecento: letterato, umanista e teologo, vescovo di Vico Equense dal 1583 al 1607. Il poema regiano (che imita la Comedìa di Dante e soprattutto il Quadriregio del domenicano Federico Frezzi), stampato per la prima volta a Napoli da Pace nel 1603, fu oggetto di una lunga rielaborazione da parte dell'Autore che scrisse anche un imponente commento in vista di una seconda edizione mai realizzata. Il manoscritto XIII D 130, datato 1606, che accoglie il testo poetico della Sirenide rivisto e commentato, si conserva presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Rispetto al modello dantesco e frezziano, sono significativi nel poema spirituale del Vescovo di Vico il racconto in terza persona e la riscrittura in una forma 'moderna': viene usata l'ottava al posto della terzina. L'opera, nel raccontare il viaggio di Sireno dall'Inferno al Paradiso, diventa apologia della Chiesa cattolica e trasmette, attraverso un misurato classicismo, il rigore di un intellettuale controriformista e l'inquietudine propria dei tempi.File | Dimensione | Formato | |
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