H. Arendt nel resoconto del processo Eichmann affronta la questione dei diritti universali all'interno delle falle della cultura giuridica europea aperte dal totalitarismo e dalla II guerra mondiale. Nella deriva burocratica del nazismo che crea "funzionari del male" la stessa portata universale dei diritti umani corre il rischio di scivolare nel generico nella misura in cui poter fare e dover fare sono inglobati nella sfera della biopolitica. Tanto il nazismo, quanto un processo senza garanzie sia pure celebrato nel nuovo stato di Israele, sono il terreno per l'analisi arendtiana della portata universale dei diritti a fronte del ridimensionamento della politica come cura della vita comune.

La portata universale dei diritti umani

BONITO OLIVA, Rossella
2014-01-01

Abstract

H. Arendt nel resoconto del processo Eichmann affronta la questione dei diritti universali all'interno delle falle della cultura giuridica europea aperte dal totalitarismo e dalla II guerra mondiale. Nella deriva burocratica del nazismo che crea "funzionari del male" la stessa portata universale dei diritti umani corre il rischio di scivolare nel generico nella misura in cui poter fare e dover fare sono inglobati nella sfera della biopolitica. Tanto il nazismo, quanto un processo senza garanzie sia pure celebrato nel nuovo stato di Israele, sono il terreno per l'analisi arendtiana della portata universale dei diritti a fronte del ridimensionamento della politica come cura della vita comune.
2014
9788866826552
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/153846
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