Il volume ricostruisce l’evoluzione della politica di sicurezza americana nel Golfo Persico, nel periodo compreso tra la crisi di Suez del 1956 e l’annuncio della cosiddetta dottrina Carter nel 1980. La scelta di questi due riferimenti cronologici si spiega, da un lato, con il valore periodizzante della crisi del Canale sia per gli equilibri del Mediterraneo e del Medio Oriente che per il ruolo regionale degli Stati Uniti. Dall’altro, con gli elementi di discontinuità che il discorso di Carter inseriva nella consueta prassi americana, basata fino ad allora sulla delega nel mantenimento degli assetti pro-occidentali del Golfo prima all’alleato britannico e successivamente ai “clienti” locali. In particolare la monografia si propone di analizzare contenuti ed implicazioni di tre dottrine di politica estera americana che, in tempi e modalità differenti, ebbero un impatto determinante nel plasmare la politica di sicurezza americana nel Golfo e in generale nell’intero Medio Oriente. La dottrina Eisenhower del 1957, con la quale gli Stati Uniti, per evitare che il “vuoto” lasciato nella regione dalle potenze coloniali europee fosse riempito dai sovietici, affermavano il proprio ruolo centrale nella tutela degli assetti del Medio Oriente. La dottrina Nixon del 1969, con la quale la nuova amministrazione americana annunciava l’intenzione di ridurre l’esposizione internazionale degli Stati Uniti nei teatri periferici del confronto bipolare e di aumentare allo stesso tempo la capacità difensiva degli alleati regionali. Infine, la dottrina Carter del 1980 che dichiarava l’intenzione americana di intervenire militarmente per contenere le spinte sovietiche verso il Golfo ed i suoi campi petroliferi.

Dalla Dottrina Eisenhower alla Dottrina Carter: gli Stati Uniti e la “sicurezza per delega” nel Golfo Persico (1956-1980)

WULZER, Paolo
2015-01-01

Abstract

Il volume ricostruisce l’evoluzione della politica di sicurezza americana nel Golfo Persico, nel periodo compreso tra la crisi di Suez del 1956 e l’annuncio della cosiddetta dottrina Carter nel 1980. La scelta di questi due riferimenti cronologici si spiega, da un lato, con il valore periodizzante della crisi del Canale sia per gli equilibri del Mediterraneo e del Medio Oriente che per il ruolo regionale degli Stati Uniti. Dall’altro, con gli elementi di discontinuità che il discorso di Carter inseriva nella consueta prassi americana, basata fino ad allora sulla delega nel mantenimento degli assetti pro-occidentali del Golfo prima all’alleato britannico e successivamente ai “clienti” locali. In particolare la monografia si propone di analizzare contenuti ed implicazioni di tre dottrine di politica estera americana che, in tempi e modalità differenti, ebbero un impatto determinante nel plasmare la politica di sicurezza americana nel Golfo e in generale nell’intero Medio Oriente. La dottrina Eisenhower del 1957, con la quale gli Stati Uniti, per evitare che il “vuoto” lasciato nella regione dalle potenze coloniali europee fosse riempito dai sovietici, affermavano il proprio ruolo centrale nella tutela degli assetti del Medio Oriente. La dottrina Nixon del 1969, con la quale la nuova amministrazione americana annunciava l’intenzione di ridurre l’esposizione internazionale degli Stati Uniti nei teatri periferici del confronto bipolare e di aumentare allo stesso tempo la capacità difensiva degli alleati regionali. Infine, la dottrina Carter del 1980 che dichiarava l’intenzione americana di intervenire militarmente per contenere le spinte sovietiche verso il Golfo ed i suoi campi petroliferi.
2015
978-88-6812-580-6
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