l’articolo si propone di descrivere l’eredità inquietante e, allo stesso tempo, appassionata, che Emil Cioran e Gherasim Luca hanno lasciato al nuovo millennio a partire dalla loro opera scritta prima in romeno e poi in francese; e intende dimostrare retroattivamente che la logica oppositiva che ha costituito in terra romena il loro iniziale rapporto antagonistico, si è ideologicamente scompaginata non appena i due autori, appartenenti alla medesima generazione intellettuale, hanno attraversato la prova dell’esilio, la conversione alla lingua straniera e l’abbandono della lingua materna. Interrogarsi intorno al segreto inconfessabile che entrambi custodiscono - che incredibilmente li accomuna e, allo stesso tempo, li separa - significa far emergere dalle loro testimonianze di scrittura un passato problematico (e insieme scabroso) che i due scrittori - diventati ormai apolidi (per ragioni, in fondo, non troppo diverse) - hanno voluto considerare non tanto rimosso, quanto piuttosto disponibile per un nuovo rilancio, non appena si sono ritrovati, uno di fronte all’altro, sulla scena democratica dell’esilio

Emil Cioran e Gherasim Luca: l’inquietante e appassionata «eredità romena» del Secolo breve

ROTIROTI, Giovanni Raimondo
2014-01-01

Abstract

l’articolo si propone di descrivere l’eredità inquietante e, allo stesso tempo, appassionata, che Emil Cioran e Gherasim Luca hanno lasciato al nuovo millennio a partire dalla loro opera scritta prima in romeno e poi in francese; e intende dimostrare retroattivamente che la logica oppositiva che ha costituito in terra romena il loro iniziale rapporto antagonistico, si è ideologicamente scompaginata non appena i due autori, appartenenti alla medesima generazione intellettuale, hanno attraversato la prova dell’esilio, la conversione alla lingua straniera e l’abbandono della lingua materna. Interrogarsi intorno al segreto inconfessabile che entrambi custodiscono - che incredibilmente li accomuna e, allo stesso tempo, li separa - significa far emergere dalle loro testimonianze di scrittura un passato problematico (e insieme scabroso) che i due scrittori - diventati ormai apolidi (per ragioni, in fondo, non troppo diverse) - hanno voluto considerare non tanto rimosso, quanto piuttosto disponibile per un nuovo rilancio, non appena si sono ritrovati, uno di fronte all’altro, sulla scena democratica dell’esilio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/166460
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