Due nuovi pagamenti a Tanzio da Varallo, nel settembre del 1607, per una perduta «pittura», verosimilmente a fresco, nella cappella Della Monica in S. Francesco a Capodimonte (al momento le più antiche attestazioni dell’artista a Napoli) offrono lo spunto per una riflessione sull’attività del valsesiano nella capitale del Viceregno (per lungo tempo imperniata quasi esclusivamente sulla frammentaria Pentecoste già in S. Restituta, di cui si dà qui una diversa lettura iconografica) e sul suo rapporto con l’ambiente tardo-manieristico locale, in particolare con l’umbro Ippolito Borghese, anch’egli impegnato nella decorazione della stessa cappella con una pala raffigurante l’Immacolata.

Ancora su Tanzio a Napoli. Nuove acquisizioni documentarie

PORZIO, GIUSEPPE
2015-01-01

Abstract

Due nuovi pagamenti a Tanzio da Varallo, nel settembre del 1607, per una perduta «pittura», verosimilmente a fresco, nella cappella Della Monica in S. Francesco a Capodimonte (al momento le più antiche attestazioni dell’artista a Napoli) offrono lo spunto per una riflessione sull’attività del valsesiano nella capitale del Viceregno (per lungo tempo imperniata quasi esclusivamente sulla frammentaria Pentecoste già in S. Restituta, di cui si dà qui una diversa lettura iconografica) e sul suo rapporto con l’ambiente tardo-manieristico locale, in particolare con l’umbro Ippolito Borghese, anch’egli impegnato nella decorazione della stessa cappella con una pala raffigurante l’Immacolata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/169082
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