L’articolo prende in esame il rapporto di Umuz con il suo editore Tudor Arghezi, a partire dal loro scambio epistolare, in occasione del debutto editoriale dell’autore delle Pagine Bizzarre. Questo epistolario è importante perché da esso si evince la decisione condivisa di creare uno pseudonimo speciale per lo scrittore - Urmuz appunto -, per nascondere la propria identità, nel timore di essere riconosciuto come il giudice Demetru Demetrescu Buzau di Bucarest - che lavorava presso l’Alta Corte di Cassazione della capitale romena - e quindi di essere pubblicamente screditato sul piano personale come autore di testi sovversivi che minano l’ordine sociale esistente.

Plăcerea de-a citi Urmuz,

ROTIROTI, Giovanni Raimondo
2016-01-01

Abstract

L’articolo prende in esame il rapporto di Umuz con il suo editore Tudor Arghezi, a partire dal loro scambio epistolare, in occasione del debutto editoriale dell’autore delle Pagine Bizzarre. Questo epistolario è importante perché da esso si evince la decisione condivisa di creare uno pseudonimo speciale per lo scrittore - Urmuz appunto -, per nascondere la propria identità, nel timore di essere riconosciuto come il giudice Demetru Demetrescu Buzau di Bucarest - che lavorava presso l’Alta Corte di Cassazione della capitale romena - e quindi di essere pubblicamente screditato sul piano personale come autore di testi sovversivi che minano l’ordine sociale esistente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/170817
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