La descrizione del mondo è parte integrante di varie opere religiose molto diffuse nel Medioevo latino, come l’Imago Mundi di Onorio d’Autun, la Philosophia Mundi di Guglielmo di Conches o le Etymologiae di Isidoro di Siviglia. Nei loro volgarizzamenti tedeschi – e in altri testi che ad esse si ispirano – la sezione relativa alla terra e alla sua suddivisione appare molto variegata. Se, da un lato, ripropone la descrizione del modello latino, dall’altro la rielabora sulla base di proprie conoscenze di altre fonti sull’argomento e, più di frequente, di reminiscenze della cartografia medievale. Nei testi tedeschi oggetto della mia analisi, le mappae mundi appaiono poche volte nella loro realtà grafica, mentre è molto più facile riconoscerle nella descrizione narrativa inserita dall’autore. Così, per citare solo alcuni esempi, si passa dal minuscolo grafico a ruota (schema T-O) della Mainauer Naturlehre alla mappa mundi già più complessa (con gravi errori di interpretazione della sua fonte) presente nello Hausbuch di Michael de Leone, all’invisibile carta del mondo della Weltchronik di Rudolf von Ems, che presenta una dettagliata descrizione della terra, con ogni probabilità dipendente da due fra le carte più note del medioevo (Ebstorfer Weltkarte e Hereford-Karte,1300 ca.), senza tuttavia inserire alcun grafico. In ognuno dei testi presi in esame, il rapporto fra il modello latino e il volgarizzamento tedesco rivela una forte interconnessione con la memoria delle mappae mundi allora conosciute. Il contributo mira a dimostrare come anche all’interno della tradizione di uno stesso testo il mondo appare spesso ‘rifatto’, corretto o attualizzato sulla base delle nuove conoscenze sul mondo, fino ad arrivare all’epoca dei Volksbücher – che spesso non sono altro che edizioni a stampa di testimonianze manoscritte – quando si forza la realtà dei ‘mondi’ di antica memoria cartografica e narrativa con l’inserimento delle informazioni sul Nuovo Mondo.

La terra è rotonda? Il mondo ‘rifatto’ nei testi tedeschi medievali e moderni, dalla Weltchronik di Rudolf von Ems ai Volksbücher.

GIORDANO, Carmela;
2016-01-01

Abstract

La descrizione del mondo è parte integrante di varie opere religiose molto diffuse nel Medioevo latino, come l’Imago Mundi di Onorio d’Autun, la Philosophia Mundi di Guglielmo di Conches o le Etymologiae di Isidoro di Siviglia. Nei loro volgarizzamenti tedeschi – e in altri testi che ad esse si ispirano – la sezione relativa alla terra e alla sua suddivisione appare molto variegata. Se, da un lato, ripropone la descrizione del modello latino, dall’altro la rielabora sulla base di proprie conoscenze di altre fonti sull’argomento e, più di frequente, di reminiscenze della cartografia medievale. Nei testi tedeschi oggetto della mia analisi, le mappae mundi appaiono poche volte nella loro realtà grafica, mentre è molto più facile riconoscerle nella descrizione narrativa inserita dall’autore. Così, per citare solo alcuni esempi, si passa dal minuscolo grafico a ruota (schema T-O) della Mainauer Naturlehre alla mappa mundi già più complessa (con gravi errori di interpretazione della sua fonte) presente nello Hausbuch di Michael de Leone, all’invisibile carta del mondo della Weltchronik di Rudolf von Ems, che presenta una dettagliata descrizione della terra, con ogni probabilità dipendente da due fra le carte più note del medioevo (Ebstorfer Weltkarte e Hereford-Karte,1300 ca.), senza tuttavia inserire alcun grafico. In ognuno dei testi presi in esame, il rapporto fra il modello latino e il volgarizzamento tedesco rivela una forte interconnessione con la memoria delle mappae mundi allora conosciute. Il contributo mira a dimostrare come anche all’interno della tradizione di uno stesso testo il mondo appare spesso ‘rifatto’, corretto o attualizzato sulla base delle nuove conoscenze sul mondo, fino ad arrivare all’epoca dei Volksbücher – che spesso non sono altro che edizioni a stampa di testimonianze manoscritte – quando si forza la realtà dei ‘mondi’ di antica memoria cartografica e narrativa con l’inserimento delle informazioni sul Nuovo Mondo.
2016
978-88548-9941-4
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