The Slavo-Rumanian Tetraevangelion of Sibiu was the first version of the Gospels to be printed with parallel text in Church Slavonic and Rumanian, around the 1550. It marked the beginning of a new phase in relations between Lutheranism and Orthodoxy in Transylvania. Such a bilingual version of the Gospel with typiconal indications, was ostensibly intended to combine the formal respect of the orthodox tradition with the vulgarization of the Bible (which was a primary objective of the Lutherans but also increasingly needed by the lower orthodox clergy). In the way it renders the gr. ἀρχιερεύς “high priest”, the old Rumanian text printed in the Tetraevangelion seems to reflect several influences, exceeding the boundaries of the biblical traditions. Though difficult to prove, a contribution of the Transylvanian vulgares linguae (Hungarian, Siebenbürgisch-Sächsisch and Rumanian) and/or of the chancery Slavonic, seems to be the most plausible explanation. One thing is certain: neither the Slavonic nor the Lutheran tradition of the Gospels show such a variety of renderings for high priest as do the Rumanian text of this Tetraevangelion.

Il Tetraevangelo slavo-rumeno di Sibiu (1551-’53) è il più antico esempio di un testo biblico redatto in slavo ecclesiastico e rumeno e contiene il più antico testo rumeno a stampa conservato. Esso segnò l’inizio di una nuova fase nelle relazioni tra Riforma protestante (luterana) e Ortodossia in Transilvania, sul confine tra mondo bizantino-slavo e mondo latino-germanico. Una tale edizione bilingue – la prima coi due testi stampati su colonne parallele –, corredata da indicazioni tipiconali, era chiaramente destinata a contemperare il rispetto formale della tradizione ortodossa con la vulgarizzazione delle Sacre Scritture (la quale era un obiettivo fondamentale per i Luterani ma anche una necessità sempre più avvertita da parte del basso clero rumeno-ortodosso, di Transilvania e non solo). L’articolo traccia un profilo del Tetraevangelo prendendo in esame alcuni aspetti più significativi della traduzione rumena che esso contiene. In particolare, l’autore mette a fuoco l’iper-traduzione del gr. ἀρχιερεύς ‘sommo sacerdote’, confrontando il testo rumeno del Tetraevangelo col testo slavo ecclesiastico a fronte, quindi con le tradizioni rumena e slava del Vangelo di Matteo, ma anche con le tradizioni volgari suscettibili di aver influenzato traduttori e revisori del testo. La traduzione del testo rumeno sembra, effettivamente, riflettere influenze irriducibili ai confini della tradizione slavonistica rumena e di quella biblica in genere. Benché difficile da dimostrare, l’apporto delle altre vulgares linguas di Transilvania (l’ungherese, il sassone-transilvano, forse il ceco e il ruteno oltre al rumeno) e/o dello slavone cancelleresco, sembra essere la spiegazione più plausibile per questi tratti così originali del testo rumeno. Dal confronto del testo rumeno con versioni slavo-ecclesiastiche, ungheresi e soprattutto tedesche databili tra la seconda metà del XV sec. e il primo quarto del XVI, almeno un dato emerge con chiarezza: né la tradizione slavo-ecclesiastica né quella luterana dei Vangeli mostra una varietà di corrispondenze per sommo sacerdote paragonabile a quella (non a caso si è parlato di „iper-traduzione“) del testo rumeno contenuto in questo Tetraevangelo.

Tra Slavonismo e Riforma: la traduzione di Sommo sacerdote nel Tetraevangelo slavo-rumeno di Sibiu (1551-'53)

STABILE, GIUSEPPE
2016-01-01

Abstract

The Slavo-Rumanian Tetraevangelion of Sibiu was the first version of the Gospels to be printed with parallel text in Church Slavonic and Rumanian, around the 1550. It marked the beginning of a new phase in relations between Lutheranism and Orthodoxy in Transylvania. Such a bilingual version of the Gospel with typiconal indications, was ostensibly intended to combine the formal respect of the orthodox tradition with the vulgarization of the Bible (which was a primary objective of the Lutherans but also increasingly needed by the lower orthodox clergy). In the way it renders the gr. ἀρχιερεύς “high priest”, the old Rumanian text printed in the Tetraevangelion seems to reflect several influences, exceeding the boundaries of the biblical traditions. Though difficult to prove, a contribution of the Transylvanian vulgares linguae (Hungarian, Siebenbürgisch-Sächsisch and Rumanian) and/or of the chancery Slavonic, seems to be the most plausible explanation. One thing is certain: neither the Slavonic nor the Lutheran tradition of the Gospels show such a variety of renderings for high priest as do the Rumanian text of this Tetraevangelion.
2016
Il Tetraevangelo slavo-rumeno di Sibiu (1551-’53) è il più antico esempio di un testo biblico redatto in slavo ecclesiastico e rumeno e contiene il più antico testo rumeno a stampa conservato. Esso segnò l’inizio di una nuova fase nelle relazioni tra Riforma protestante (luterana) e Ortodossia in Transilvania, sul confine tra mondo bizantino-slavo e mondo latino-germanico. Una tale edizione bilingue – la prima coi due testi stampati su colonne parallele –, corredata da indicazioni tipiconali, era chiaramente destinata a contemperare il rispetto formale della tradizione ortodossa con la vulgarizzazione delle Sacre Scritture (la quale era un obiettivo fondamentale per i Luterani ma anche una necessità sempre più avvertita da parte del basso clero rumeno-ortodosso, di Transilvania e non solo). L’articolo traccia un profilo del Tetraevangelo prendendo in esame alcuni aspetti più significativi della traduzione rumena che esso contiene. In particolare, l’autore mette a fuoco l’iper-traduzione del gr. ἀρχιερεύς ‘sommo sacerdote’, confrontando il testo rumeno del Tetraevangelo col testo slavo ecclesiastico a fronte, quindi con le tradizioni rumena e slava del Vangelo di Matteo, ma anche con le tradizioni volgari suscettibili di aver influenzato traduttori e revisori del testo. La traduzione del testo rumeno sembra, effettivamente, riflettere influenze irriducibili ai confini della tradizione slavonistica rumena e di quella biblica in genere. Benché difficile da dimostrare, l’apporto delle altre vulgares linguas di Transilvania (l’ungherese, il sassone-transilvano, forse il ceco e il ruteno oltre al rumeno) e/o dello slavone cancelleresco, sembra essere la spiegazione più plausibile per questi tratti così originali del testo rumeno. Dal confronto del testo rumeno con versioni slavo-ecclesiastiche, ungheresi e soprattutto tedesche databili tra la seconda metà del XV sec. e il primo quarto del XVI, almeno un dato emerge con chiarezza: né la tradizione slavo-ecclesiastica né quella luterana dei Vangeli mostra una varietà di corrispondenze per sommo sacerdote paragonabile a quella (non a caso si è parlato di „iper-traduzione“) del testo rumeno contenuto in questo Tetraevangelo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/174514
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