Introduzione al complesso fenomeno della memorialistica del Gulag rumeno, inquadrato nel contesto dell’immediato post-comunismo (1990-1995), con l’obiettivo di collocarlo nello sviluppo complessivo della letteratura rumena, al di là delle valenze politiche che gli furono assegnate alla sua comparsa. Tema di fondo, il rapporto tra identità e cultura letteraria per i Rumeni, che evidentemente travalica le fratture più drammatiche nella storia rumena del secondo ’900, tra le quali la sovietizzazione del paese e la “rivoluzione decembrista” del dicembre ’89. Nei primi anni del post-’89, la memorialistica dell’universo concentrazionario comunista è stata il fenomeno più rappresentativo della scena letteraria rumena. Si è trattato di un rifiuto della finzione da parte del pubblico dei lettori, riconducibile al più generale rifiuto della finzione politica e ideologica, imposta al Paese dal regime comunista. Fenomeno tipicamente post-totalitario, queste memorie hanno consentito una forma di catarsi collettiva, di liberazione interiore. Obiettivo di questo studio è di mettere in luce gli aspetti di continuità tra questa anti-letteratura e la cultura letteraria rumena, così come si è sviluppata tra XIX e XX secolo, ultima manifestazione, forse, di un ruolo attivo e ipertrofico della letteratura nella (ri-)costruzione morale della nazione.

Per un approccio letterario alla memorialistica del Gulag romeno

STABILE, GIUSEPPE
2008-01-01

Abstract

Introduzione al complesso fenomeno della memorialistica del Gulag rumeno, inquadrato nel contesto dell’immediato post-comunismo (1990-1995), con l’obiettivo di collocarlo nello sviluppo complessivo della letteratura rumena, al di là delle valenze politiche che gli furono assegnate alla sua comparsa. Tema di fondo, il rapporto tra identità e cultura letteraria per i Rumeni, che evidentemente travalica le fratture più drammatiche nella storia rumena del secondo ’900, tra le quali la sovietizzazione del paese e la “rivoluzione decembrista” del dicembre ’89. Nei primi anni del post-’89, la memorialistica dell’universo concentrazionario comunista è stata il fenomeno più rappresentativo della scena letteraria rumena. Si è trattato di un rifiuto della finzione da parte del pubblico dei lettori, riconducibile al più generale rifiuto della finzione politica e ideologica, imposta al Paese dal regime comunista. Fenomeno tipicamente post-totalitario, queste memorie hanno consentito una forma di catarsi collettiva, di liberazione interiore. Obiettivo di questo studio è di mettere in luce gli aspetti di continuità tra questa anti-letteratura e la cultura letteraria rumena, così come si è sviluppata tra XIX e XX secolo, ultima manifestazione, forse, di un ruolo attivo e ipertrofico della letteratura nella (ri-)costruzione morale della nazione.
2008
978-973-577-555-1
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