Uno dei tentativi più interessanti di ricreare la tradizione epica anglosassone è Grendel di John Gardner, riscrittura della storia di Beowulf con una serie di differenze importanti, tra cui il cambiamento del punto di vista della narrazione, da esterno, neutrale, a punto di vista interno. L’uso della prima persona ‘io’ da parte di Grendel nel romanzo di Gardner segnala anche l’inversione dei ruoli dei due principali protagonisti, Beowulf e il mostro Grendel. L’opera di John Gardner è stata oggetto di numerosissimi studi, tra cui emergono in particolare quelli dedicati alle differenze tra i due mostri. Se questi a prima vista appaiono completamente diversi tra loro, in realtà è possibile individuare alcune somiglianze nelle modalità con cui i due autori ― l’anonimo poeta che creò il Grendel anglosassone e il moderno Gardner che gli ha più recentemente ridato nuova vita letteraria ― ritraggono i propri personaggi, sia da un punto di vista descrittivo-narrativo, sia da un punto di vista linguistico e soprattutto lessicale. In questo contributo mi soffermo in particolare sull’uso che Gardner fa dell’allitterazione, della terminologia e della costruzione della frase, causando un inedito duplice effetto di ‘risonanza’ mediante il tentativo di replicare l’espressione poetica anglosassone, e contemporaneamente di ‘straniamento’, attraverso lo stravolgimento del punto di vista e del lessico.

Pointless monsters, metafore postmoderne. Lingua e stile in Beowulf e nel Grendel di J. Gardner

MICILLO, Valeria
2016-01-01

Abstract

Uno dei tentativi più interessanti di ricreare la tradizione epica anglosassone è Grendel di John Gardner, riscrittura della storia di Beowulf con una serie di differenze importanti, tra cui il cambiamento del punto di vista della narrazione, da esterno, neutrale, a punto di vista interno. L’uso della prima persona ‘io’ da parte di Grendel nel romanzo di Gardner segnala anche l’inversione dei ruoli dei due principali protagonisti, Beowulf e il mostro Grendel. L’opera di John Gardner è stata oggetto di numerosissimi studi, tra cui emergono in particolare quelli dedicati alle differenze tra i due mostri. Se questi a prima vista appaiono completamente diversi tra loro, in realtà è possibile individuare alcune somiglianze nelle modalità con cui i due autori ― l’anonimo poeta che creò il Grendel anglosassone e il moderno Gardner che gli ha più recentemente ridato nuova vita letteraria ― ritraggono i propri personaggi, sia da un punto di vista descrittivo-narrativo, sia da un punto di vista linguistico e soprattutto lessicale. In questo contributo mi soffermo in particolare sull’uso che Gardner fa dell’allitterazione, della terminologia e della costruzione della frase, causando un inedito duplice effetto di ‘risonanza’ mediante il tentativo di replicare l’espressione poetica anglosassone, e contemporaneamente di ‘straniamento’, attraverso lo stravolgimento del punto di vista e del lessico.
2016
978-88-548-9941-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/174715
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