In sintonia con l’andamento digressivo-progressivo della narrativa sterniana, i critici hanno spesso celebrato l’eccentrico autore settecentesco come sconcertante precursore del formalismo e della decostruzione o, in opposizione a questa linea prolettica, lo hanno ricondotto e imbrigliato nell’alveo nostalgico del learned wit e della satira scribleriana. Solo recentemente si è ancorata la questione dell’originalità di Sterne alla cultura del suo tempo, e in particolare ai due decenni centrali del Settecento, gli anni Cinquanta e Sessanta, che videro la pubblicazione ‘seriale’ dei nove volumi del Tristram Shandy, dal 1759 al 1767. Alla luce di queste premesse e tenendo conto di studi recenti sulla performance, il saggio intende analizzare le maschere autorali di Laurence Sterne come i cardini di una macchina narrativa/performativa/traduttiva estremamente duttile e sensibile alle più sottili transizioni da una posa all’altra e da un genere all’altro. Attraverso le maschere provocatorie di Yorick e Tristram e la continua sollecitazione del ‘gentile’ lettore o dell’impaziente lettrice, Sterne spettacolarizza e per così dire ‘impagina’ una curiosa ed equivoca corrispondenza tra vita e finzione che lascia già emergere i segni di una prima cultura della celebrità rivelandosi straordinariamente reattiva alle pressioni e fluttuazioni del mercato letterario tra il 1750 e 1760 (i rapporti con i critici e i lettori, la serialità, la censura, la concorrenza e i plagi).

La sottile alchimia di Tristram e Yorick. Laurence Sterne e le sue maschere di autore-performer e chierico-arlecchino

LAUDANDO, Carmela Maria
2017-01-01

Abstract

In sintonia con l’andamento digressivo-progressivo della narrativa sterniana, i critici hanno spesso celebrato l’eccentrico autore settecentesco come sconcertante precursore del formalismo e della decostruzione o, in opposizione a questa linea prolettica, lo hanno ricondotto e imbrigliato nell’alveo nostalgico del learned wit e della satira scribleriana. Solo recentemente si è ancorata la questione dell’originalità di Sterne alla cultura del suo tempo, e in particolare ai due decenni centrali del Settecento, gli anni Cinquanta e Sessanta, che videro la pubblicazione ‘seriale’ dei nove volumi del Tristram Shandy, dal 1759 al 1767. Alla luce di queste premesse e tenendo conto di studi recenti sulla performance, il saggio intende analizzare le maschere autorali di Laurence Sterne come i cardini di una macchina narrativa/performativa/traduttiva estremamente duttile e sensibile alle più sottili transizioni da una posa all’altra e da un genere all’altro. Attraverso le maschere provocatorie di Yorick e Tristram e la continua sollecitazione del ‘gentile’ lettore o dell’impaziente lettrice, Sterne spettacolarizza e per così dire ‘impagina’ una curiosa ed equivoca corrispondenza tra vita e finzione che lascia già emergere i segni di una prima cultura della celebrità rivelandosi straordinariamente reattiva alle pressioni e fluttuazioni del mercato letterario tra il 1750 e 1760 (i rapporti con i critici e i lettori, la serialità, la censura, la concorrenza e i plagi).
2017
978-88-15-27357-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/176119
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