Il saggio analizza la relazione tra potere civile e potere militare nel Giappone moderno e contemporaneo, suggerendo che essa sia stata caratterizzata da un marcato dinamismo funzionale. Di fronte alla sconfitta e all’occupazione, il Giappone ha drasticamente ridimensionato il proprio potere militare, salvo rivedere i parametri di questo antimilitarismo radicale in seguito allo scoppio della Guerra di Corea (1950-3) e all’acutizzarsi della contrapposizione tra i blocchi. Un analogo processo di dinamico adattamento ai mutati contesti strategici si era verificato nella seconda metà del diciannovesimo secolo. In quel caso, il modello shogunale di gestione del potere militare fu sostituito da quello sintetizzato dalla formula «Paese prospero, militarmente forte», considerato più efficace di fronte alla «gunboat diplomacy» delle imperialistiche potenze occidentali. Negli anni Trenta e Quaranta, invece, il ruolo del potere militare è stato indebitamente esasperato, producendo una risposta disfunzionale (ed esiziale) alle sfide con le quali il Giappone era alle prese. In tutti i casi considerati, l’equilibrio tra potere civile e potere militare è stato il prodotto di una rinegoziazione sollecitata da fattori esogeni e, dal 1945 in poi, mediata in modo più o meno attivo dal vaglio critico dell’opinione pubblica.
Il burro e la spada: potere civile e potere militare in Giappone dopo il 1945
Noemi Lanna
2017-01-01
Abstract
Il saggio analizza la relazione tra potere civile e potere militare nel Giappone moderno e contemporaneo, suggerendo che essa sia stata caratterizzata da un marcato dinamismo funzionale. Di fronte alla sconfitta e all’occupazione, il Giappone ha drasticamente ridimensionato il proprio potere militare, salvo rivedere i parametri di questo antimilitarismo radicale in seguito allo scoppio della Guerra di Corea (1950-3) e all’acutizzarsi della contrapposizione tra i blocchi. Un analogo processo di dinamico adattamento ai mutati contesti strategici si era verificato nella seconda metà del diciannovesimo secolo. In quel caso, il modello shogunale di gestione del potere militare fu sostituito da quello sintetizzato dalla formula «Paese prospero, militarmente forte», considerato più efficace di fronte alla «gunboat diplomacy» delle imperialistiche potenze occidentali. Negli anni Trenta e Quaranta, invece, il ruolo del potere militare è stato indebitamente esasperato, producendo una risposta disfunzionale (ed esiziale) alle sfide con le quali il Giappone era alle prese. In tutti i casi considerati, l’equilibrio tra potere civile e potere militare è stato il prodotto di una rinegoziazione sollecitata da fattori esogeni e, dal 1945 in poi, mediata in modo più o meno attivo dal vaglio critico dell’opinione pubblica.File | Dimensione | Formato | |
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