A partire dal celebre componimento ottocentesco di Mihai Eminescu "Mai am un singur dor", il presente articolo, oltre che indagare il “dor” nel suo rapporto tra metafisica del folklore e riflessione filosofica, intende dimostrare, ricorrendo alla linguistica e alla psicanalisi, come questo particolare desiderio nostalgico - pressoché intraducibile nelle altre lingue e che coagula il mistero, l’inespresso, l’inesprimibile, l’inconoscibile, l’analogia, il simbolo - si origini da condizioni formali prefissate, dall’impulso e dal vincolo della lingua, che più che imprigionare la poesia, collaborano alla densità semantica del discorso poetico e del messaggio letterario.
“Mai am un singur dor”: Mihai Eminescu e l’anelito del Reale
giovanni rotiroti
2016-01-01
Abstract
A partire dal celebre componimento ottocentesco di Mihai Eminescu "Mai am un singur dor", il presente articolo, oltre che indagare il “dor” nel suo rapporto tra metafisica del folklore e riflessione filosofica, intende dimostrare, ricorrendo alla linguistica e alla psicanalisi, come questo particolare desiderio nostalgico - pressoché intraducibile nelle altre lingue e che coagula il mistero, l’inespresso, l’inesprimibile, l’inconoscibile, l’analogia, il simbolo - si origini da condizioni formali prefissate, dall’impulso e dal vincolo della lingua, che più che imprigionare la poesia, collaborano alla densità semantica del discorso poetico e del messaggio letterario.File | Dimensione | Formato | |
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