La battaglia condotta da Murat per l’autonomia del Regno, in nome di un principio federativo dell’Impero che Napoleone ha ripetutamente annunciato, ma i cui segni concreti appaiono fievoli, può essere considerata non solo e non tanto una questione franco-francese, ma una vera questione italiana. A questo percorso appartengono anche le pagine che seguono, opera realizzata per il Bicentenario della morte di Gioacchino Murat e che ha voluto accompagnare le iniziative progettate e realizzate in quella occasione. Un tratto originale di esse è l’accostamento non convenzionale, non oppositivo e nemmeno “gerarchico” tra Napoli, il Mezzogiorno di Murat e la Francia napoleonica. Questo è vero in molti ambiti, da quello amministrativo a quello giurisdizionale. E’ vero, in specie, nella vita artistica e architettonica, come si legge nei contributi di questo volume, così francesi come italiani. Ed è vero infine per la fine di Murat, quasi che la sua morte non rappresenti la fine di una vicenda storica, ma il suo prendere inizio. Il murattismo appare, in prospettiva, una forma politica del mondo morale, vasto e diverso, proprio del liberalismo meridionale. Così esso visse nella coscienza di coloro che lo videro come un progetto politico volto, soprattutto dopo il 1848, a immaginare le condizioni di rifondazione di una monarchia nazionale e costituzionale capace di salvaguardare l’autonomia del Regno. Così esso visse in uomini –Omodeo, De Ruggiero, lo stesso Croce- che, molti più tardi, vi ritrovarono ragioni di studio del passato e speranze per il loro tormentato presente.

murat, napoli e l’europa

Marini d'Armenia Nicoletta
2018-01-01

Abstract

La battaglia condotta da Murat per l’autonomia del Regno, in nome di un principio federativo dell’Impero che Napoleone ha ripetutamente annunciato, ma i cui segni concreti appaiono fievoli, può essere considerata non solo e non tanto una questione franco-francese, ma una vera questione italiana. A questo percorso appartengono anche le pagine che seguono, opera realizzata per il Bicentenario della morte di Gioacchino Murat e che ha voluto accompagnare le iniziative progettate e realizzate in quella occasione. Un tratto originale di esse è l’accostamento non convenzionale, non oppositivo e nemmeno “gerarchico” tra Napoli, il Mezzogiorno di Murat e la Francia napoleonica. Questo è vero in molti ambiti, da quello amministrativo a quello giurisdizionale. E’ vero, in specie, nella vita artistica e architettonica, come si legge nei contributi di questo volume, così francesi come italiani. Ed è vero infine per la fine di Murat, quasi che la sua morte non rappresenti la fine di una vicenda storica, ma il suo prendere inizio. Il murattismo appare, in prospettiva, una forma politica del mondo morale, vasto e diverso, proprio del liberalismo meridionale. Così esso visse nella coscienza di coloro che lo videro come un progetto politico volto, soprattutto dopo il 1848, a immaginare le condizioni di rifondazione di una monarchia nazionale e costituzionale capace di salvaguardare l’autonomia del Regno. Così esso visse in uomini –Omodeo, De Ruggiero, lo stesso Croce- che, molti più tardi, vi ritrovarono ragioni di studio del passato e speranze per il loro tormentato presente.
2018
978-88-569-0627-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/180650
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