Le criticità che le banche italiane hanno manifestato nell’ultimo decennio sono in gran parte correlate all’andamento estremamente negativo del sistema produttivo e del PIL il quale ancora nel 2017 era inferiore del 5,5% a quello del 2008. La conseguente prospettiva di un peggioramento della qualità del credito induce le aziende di credito ad adottare politiche dei prestiti più restrittive. Tale comportamento è però anche la conseguenza di un modello di vigilanza che è andato caratterizzandosi, con la revisione degli accordi di Basilea e gli interventi della BCE e dell’ESMA, per l’imposizione di vincoli sempre più stringenti e generalizzati a tutte le categorie di intermediari per quanto concerne capitalizzazione, liquidità e gestione dei rischi; ciò al fine di consentire, sul piano microaziendale, una maggiore resilienza a situazioni avverse. D’altro canto, sul piano macroeconomico tale impostazione impone alle banche vincoli che impediscono di sostenere il sistema produttivo. La conseguente restrizione del credito, da un lato non riesce pertanto a contribuire a un livello significativo di crescita delle imprese nelle aree più sviluppate, dall’altro, compromette le prospettive di sviluppo delle attività produttive nelle aree più deboli, specie in quelle meridionali. In definitiva, l’accentuazione di tale dualismo pregiudica l’instaurazione di un rapporto virtuoso tra prenditore e datore di fondi, non contribuendo efficacemente all’obiettivo della stabilità del sistema bancario.

Effetti della crisi, dei requisiti di capitale e del rischio in una struttura economica dualistica

Antonio Lopes;IMBRIANI, Cesare
2018-01-01

Abstract

Le criticità che le banche italiane hanno manifestato nell’ultimo decennio sono in gran parte correlate all’andamento estremamente negativo del sistema produttivo e del PIL il quale ancora nel 2017 era inferiore del 5,5% a quello del 2008. La conseguente prospettiva di un peggioramento della qualità del credito induce le aziende di credito ad adottare politiche dei prestiti più restrittive. Tale comportamento è però anche la conseguenza di un modello di vigilanza che è andato caratterizzandosi, con la revisione degli accordi di Basilea e gli interventi della BCE e dell’ESMA, per l’imposizione di vincoli sempre più stringenti e generalizzati a tutte le categorie di intermediari per quanto concerne capitalizzazione, liquidità e gestione dei rischi; ciò al fine di consentire, sul piano microaziendale, una maggiore resilienza a situazioni avverse. D’altro canto, sul piano macroeconomico tale impostazione impone alle banche vincoli che impediscono di sostenere il sistema produttivo. La conseguente restrizione del credito, da un lato non riesce pertanto a contribuire a un livello significativo di crescita delle imprese nelle aree più sviluppate, dall’altro, compromette le prospettive di sviluppo delle attività produttive nelle aree più deboli, specie in quelle meridionali. In definitiva, l’accentuazione di tale dualismo pregiudica l’instaurazione di un rapporto virtuoso tra prenditore e datore di fondi, non contribuendo efficacemente all’obiettivo della stabilità del sistema bancario.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Imbriani lopes (2018) Effetti della crisi, dei requisiti di capitale e del rischio in una struttura economica dualistica.pdf

accesso solo dalla rete interna

Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 2.08 MB
Formato Adobe PDF
2.08 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/184198
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
social impact