Nonostante l’instabilità che ha caratterizzato il sistema politico nipponico nell’ultimo decennio, l’India è rimasta centrale nella diplomazia del Giappone dal 2007 in poi. Le amministrazioni succedute al primo governo Abe, incluse quelle guidate dal Partito Democratico (in particolare, i governi di Hatoyama e Noda), hanno assegnato un ruolo privilegiato alle relazioni con New Dehli, come testimonia la centralità del subcontinente indiano nelle diverse visioni strategiche elaborate in questi anni: l’“Arco della libertà e della prosperità” (Jiyū to han’ei no ko), il “Diamante securitario” (Anzen hoshō daiyamondo) e la più recente “Free and Open Indo-Pacific”. Attraverso un’analisi delle determinanti della politica estera nipponica, il saggio individua le valutazioni strategiche di lungo periodo che sono alla base dell’orientamento Indo-pacifico del Giappone. Innanzitutto, sviscera le ansietà nei confronti della Cina condivise da India e Giappone, dimostrando come le vie di comunicazione marittima costituiscano una componente importante dell’intesa nippo-indiana sia sul piano economico che su quello strategico. In secondo luogo, evidenzia le criticità derivanti dalla variabile statunitense, dimostrando come i forti incentivi alla costruzione di un’area indo-pacifica libera ed aperta non sono in sé una garanzia del successo della linea diplomatica scelta da Tokyo, soprattutto dopo che il ritiro di Washington dal TPP ha dimostrato i limiti dell’engagement statunitense in Asia orientale. Infine, suggerisce di considerare il “China gap” in una prospettiva bidimensionale in modo da meglio comprendere i limiti del Quadrilateral Security Dialogue.
Le relationes nippo-indiennes dans l’ère de l’Indo-Pacifique.
Noemi Lanna
2018-01-01
Abstract
Nonostante l’instabilità che ha caratterizzato il sistema politico nipponico nell’ultimo decennio, l’India è rimasta centrale nella diplomazia del Giappone dal 2007 in poi. Le amministrazioni succedute al primo governo Abe, incluse quelle guidate dal Partito Democratico (in particolare, i governi di Hatoyama e Noda), hanno assegnato un ruolo privilegiato alle relazioni con New Dehli, come testimonia la centralità del subcontinente indiano nelle diverse visioni strategiche elaborate in questi anni: l’“Arco della libertà e della prosperità” (Jiyū to han’ei no ko), il “Diamante securitario” (Anzen hoshō daiyamondo) e la più recente “Free and Open Indo-Pacific”. Attraverso un’analisi delle determinanti della politica estera nipponica, il saggio individua le valutazioni strategiche di lungo periodo che sono alla base dell’orientamento Indo-pacifico del Giappone. Innanzitutto, sviscera le ansietà nei confronti della Cina condivise da India e Giappone, dimostrando come le vie di comunicazione marittima costituiscano una componente importante dell’intesa nippo-indiana sia sul piano economico che su quello strategico. In secondo luogo, evidenzia le criticità derivanti dalla variabile statunitense, dimostrando come i forti incentivi alla costruzione di un’area indo-pacifica libera ed aperta non sono in sé una garanzia del successo della linea diplomatica scelta da Tokyo, soprattutto dopo che il ritiro di Washington dal TPP ha dimostrato i limiti dell’engagement statunitense in Asia orientale. Infine, suggerisce di considerare il “China gap” in una prospettiva bidimensionale in modo da meglio comprendere i limiti del Quadrilateral Security Dialogue.File | Dimensione | Formato | |
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