Quest'articolo parte dall’analisi e dal confronto di alcuni scritti romeni di Emil Cioran ("Fragmente de Cartier Latin" e "Despre Franţa") e Eugène Ionesco ("Scrisori din Paris") a proposito del paese che li ha ospitati: la Francia. Riguardo a Ionesco, le "Scrisori din Paris" costituiscono le sue riflessioni, quando ancora giovane, metteva a confronto la Francia e la Romania con le altre culture balcaniche. In particolare, nel principio di uguaglianza, portato avanti dai francesi, Ionesco vede una straordinaria attitudine di elevazione umana e si oppone nei confronti di coloro che sostengono che la Francia si trovi in una fase di decadenza, ponendosi così in polemica con il suo collega di generazione Emil Cioran, il quale aveva dichiarato che Parigi era il quadro ideale di un’“agonia”, un “paradiso melanconico” dove si era “piacevolmente infelici”. Tuttavia, in "Despre Franţa", Cioran si trasformerà in un’esteta dei tramonti della cultura, le cui tinte crepuscolari si avvicinano alle “vedute” poetiche di Benjamin Fondane e George Bacovia, prendendo in prestito dalla loro poesia la noia profonda e il "cafard" moldavi. Attraverso questo passaggio fondamentale nella letteratura romena, Cioran finirà poi per ammirare nei suoi scritti lo stesso paese che aveva inizialmente criticato.

Cioran testimone di una Francia in declino

Irma Carannante
2019-01-01

Abstract

Quest'articolo parte dall’analisi e dal confronto di alcuni scritti romeni di Emil Cioran ("Fragmente de Cartier Latin" e "Despre Franţa") e Eugène Ionesco ("Scrisori din Paris") a proposito del paese che li ha ospitati: la Francia. Riguardo a Ionesco, le "Scrisori din Paris" costituiscono le sue riflessioni, quando ancora giovane, metteva a confronto la Francia e la Romania con le altre culture balcaniche. In particolare, nel principio di uguaglianza, portato avanti dai francesi, Ionesco vede una straordinaria attitudine di elevazione umana e si oppone nei confronti di coloro che sostengono che la Francia si trovi in una fase di decadenza, ponendosi così in polemica con il suo collega di generazione Emil Cioran, il quale aveva dichiarato che Parigi era il quadro ideale di un’“agonia”, un “paradiso melanconico” dove si era “piacevolmente infelici”. Tuttavia, in "Despre Franţa", Cioran si trasformerà in un’esteta dei tramonti della cultura, le cui tinte crepuscolari si avvicinano alle “vedute” poetiche di Benjamin Fondane e George Bacovia, prendendo in prestito dalla loro poesia la noia profonda e il "cafard" moldavi. Attraverso questo passaggio fondamentale nella letteratura romena, Cioran finirà poi per ammirare nei suoi scritti lo stesso paese che aveva inizialmente criticato.
2019
978-973-125-6702
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