Sogno di una notte di mezza estate è la commedia di Shakespeare che più volte è riapparsa nella produzione artistica della compagnia milanese del Teatro dell’Elfo: a partire dall’allestimento della stagione teatrale 1981-82, nella versione musical rock-punk firmata da Gabriele Salvatores, fino alla recente messa in scena della stagione teatrale 2016-17 per la regia di Elio De Capitani. La versione di Salvatores, incentrata sul tema dell’amore passionale, irrefrenabile, che la ragione non riesce a controllare, utilizzava un impianto scenico dove contrasti di suoni, colori, registri recitativi, mettevano in risalto l’opposizione tra il giorno e la notte. Il mondo ordinario, la razionalità, il rispetto delle convenzioni erano associati alla luce del giorno; le pulsioni sessuali, gli istinti trasgressivi, i desideri inconsci, al buio della notte. A pochi anni di distanza, nel 1988, Elio De Capitani cura la sua prima regia del Sogno, in una chiave di lettura cupa e dark, alimentata dalle suggestioni critiche del saggio di Jan Kott, Shakespeare nostro contemporaneo, e fortemente ispirata ad alcune creazioni di Pina Bausch. Nelle edizioni successive (1997, 2010, 2016), De Capitani riscopre la dimensione ludica di questa commedia. L’atmosfera cupa lascia il posto a una féerie barocca, che esalta il lato onirico del testo, calandolo in una scenografia che ne accentua la chiave favolistica. La tenerezza s’intreccia allo sberleffo e l’ironia puntella anche le scene più surreali. In questo nuovo Sogno della Compagnia dell’Elfo la forza perturbante non è sprigionata da una sessualità malata o da inquiete pulsioni inconsce, ma dall’ironia di Ermia, dai toni sarcastici di Puck, dalle tirate buffonesche di Bottom, dai divertenti equivoci, assemblati in un gioco scenico dall’energia dirompente nel segno del comico.

Mettere in scena il mondo onirico. Il Sogno di una notte di mezza estate nelle produzioni del Teatro dell’Elfo

Paolo Sommaiolo
2019-01-01

Abstract

Sogno di una notte di mezza estate è la commedia di Shakespeare che più volte è riapparsa nella produzione artistica della compagnia milanese del Teatro dell’Elfo: a partire dall’allestimento della stagione teatrale 1981-82, nella versione musical rock-punk firmata da Gabriele Salvatores, fino alla recente messa in scena della stagione teatrale 2016-17 per la regia di Elio De Capitani. La versione di Salvatores, incentrata sul tema dell’amore passionale, irrefrenabile, che la ragione non riesce a controllare, utilizzava un impianto scenico dove contrasti di suoni, colori, registri recitativi, mettevano in risalto l’opposizione tra il giorno e la notte. Il mondo ordinario, la razionalità, il rispetto delle convenzioni erano associati alla luce del giorno; le pulsioni sessuali, gli istinti trasgressivi, i desideri inconsci, al buio della notte. A pochi anni di distanza, nel 1988, Elio De Capitani cura la sua prima regia del Sogno, in una chiave di lettura cupa e dark, alimentata dalle suggestioni critiche del saggio di Jan Kott, Shakespeare nostro contemporaneo, e fortemente ispirata ad alcune creazioni di Pina Bausch. Nelle edizioni successive (1997, 2010, 2016), De Capitani riscopre la dimensione ludica di questa commedia. L’atmosfera cupa lascia il posto a una féerie barocca, che esalta il lato onirico del testo, calandolo in una scenografia che ne accentua la chiave favolistica. La tenerezza s’intreccia allo sberleffo e l’ironia puntella anche le scene più surreali. In questo nuovo Sogno della Compagnia dell’Elfo la forza perturbante non è sprigionata da una sessualità malata o da inquiete pulsioni inconsce, ma dall’ironia di Ermia, dai toni sarcastici di Puck, dalle tirate buffonesche di Bottom, dai divertenti equivoci, assemblati in un gioco scenico dall’energia dirompente nel segno del comico.
2019
978-88-6719-180-2
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Descrizione: Contibuto inserito negli Atti del Convegno “William Shakespeare e il senso del comico”, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, 9-10 gennaio 2019, Palazzo Du Mesnil, via Chiatamone 61/62 Napoli.
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