Nella scrittura di Cioran la formazione dell’identità assume il suo tratto demoniaco. La sofferenza, legando il soggetto umano al proprio nome, può far credere immaginariamente all’Io di essere un soggetto assoluto. Il dolore è la condizione stessa della separazione, è la crisi dell’alterità vissuta come una tragedia. La sofferenza mette in crisi l’Ideale paterno di pienezza, perfezione, certezza, stabilità, inamovibilità. Si è come incastrati nella sofferenza perché il dolore confonde i confini. Si tenta allora di trovare conferme dall’esterno, ma ciò fatalmente ha come esito la mescolanza dei contorni, l’avvelenamento del mondo. Spingerebbe, come scrive Cioran, a comprendere la sofferenza altrui, a confondersi con essa, a cercare soluzioni consolatorie o promesse di salvezza. Però la scrittura, al contempo, essendo un dispositivo differenziale sempre in atto, permette al soggetto di fare il lutto nella parola, al desiderio di domandare e di costeggiare il proprio limite senza sentirsi completamente accecato dall’abbaglio del miraggio di assoluto.

Cioran. Tra il bisogno di credere e il desiderio di sapere

rotiroti giovanni
2019-01-01

Abstract

Nella scrittura di Cioran la formazione dell’identità assume il suo tratto demoniaco. La sofferenza, legando il soggetto umano al proprio nome, può far credere immaginariamente all’Io di essere un soggetto assoluto. Il dolore è la condizione stessa della separazione, è la crisi dell’alterità vissuta come una tragedia. La sofferenza mette in crisi l’Ideale paterno di pienezza, perfezione, certezza, stabilità, inamovibilità. Si è come incastrati nella sofferenza perché il dolore confonde i confini. Si tenta allora di trovare conferme dall’esterno, ma ciò fatalmente ha come esito la mescolanza dei contorni, l’avvelenamento del mondo. Spingerebbe, come scrive Cioran, a comprendere la sofferenza altrui, a confondersi con essa, a cercare soluzioni consolatorie o promesse di salvezza. Però la scrittura, al contempo, essendo un dispositivo differenziale sempre in atto, permette al soggetto di fare il lutto nella parola, al desiderio di domandare e di costeggiare il proprio limite senza sentirsi completamente accecato dall’abbaglio del miraggio di assoluto.
2019
978-88-32062-05-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/190272
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