Il genere dello scongiuro ha sempre goduto di una grandissima fortuna, almeno fino al secolo scorso, nella cultura popolare italiana ed europea. Si tratta di testi brevi, di solito con una elementare struttura poetica, spesso con uno sviluppo narrativo, volti a produrre un bene o ad allontanare un male: una malattia, ma anche il morso del serpente, il lupo, la tempesta, ecc. Meno noto è che, con caratteri non troppo diversi, il genere appare precocemente anche nella produzione scritta medievale: diversi scongiuri si annoverano infatti tra i più antichi testi delle lingue moderne. Il volume raccoglie una selezione di scongiuri attestati tra il V e il XV secolo. Sono privilegiati i testi romanzi in cui rime e ritmi non siano casuali ma agiscano come principio strutturante. Non mancano però testi latini e in prosa: sono in latino ovviamente i primi testi, decisivi per capire struttura e evoluzione del genere; sono in latino e in prosa incantamenta che hanno poi sviluppi ritmici romanzi. Nell’introduzione, dopo uno studio delle varie denominazioni dello scongiuro, si colloca il problema della forma all’interno della questione più generale del linguaggio della magia e si propone una sistemazione tipologica originale. Viene poi studiata l’evoluzione del genere nell’arco del millennio indagato, individuando diversi tipi e delineandone fortuna e trasformazioni. Ci si occupa quindi delle varietà e dei registri di lingua impiegati, delle caratteristiche metriche e stilistiche dei testi, della loro trasmissione (scritta, orale o mista). La storia parallela delle testimonianze metalinguistiche (dalle semplici menzioni, alle severe condanne, alle sapide parodie) permette di precisare e illuminare la storia dei testi. Seguono una cinquantina di scongiuri (latini, italiani, francesi, occitani, catalani) in ordine cronologico, con note filologiche e linguistiche, traduzione e commento. Di alcuni testi si forniscono nuove edizioni; altri sono del tutto inediti. Indici di manoscritti, voci notevoli, tipi funzionali, varietà linguistiche chiudono il volume.

Incantamenta latina et romanica. Scongiuri e formule magiche dei secoli V-XV

Marcello Barbato
2019-01-01

Abstract

Il genere dello scongiuro ha sempre goduto di una grandissima fortuna, almeno fino al secolo scorso, nella cultura popolare italiana ed europea. Si tratta di testi brevi, di solito con una elementare struttura poetica, spesso con uno sviluppo narrativo, volti a produrre un bene o ad allontanare un male: una malattia, ma anche il morso del serpente, il lupo, la tempesta, ecc. Meno noto è che, con caratteri non troppo diversi, il genere appare precocemente anche nella produzione scritta medievale: diversi scongiuri si annoverano infatti tra i più antichi testi delle lingue moderne. Il volume raccoglie una selezione di scongiuri attestati tra il V e il XV secolo. Sono privilegiati i testi romanzi in cui rime e ritmi non siano casuali ma agiscano come principio strutturante. Non mancano però testi latini e in prosa: sono in latino ovviamente i primi testi, decisivi per capire struttura e evoluzione del genere; sono in latino e in prosa incantamenta che hanno poi sviluppi ritmici romanzi. Nell’introduzione, dopo uno studio delle varie denominazioni dello scongiuro, si colloca il problema della forma all’interno della questione più generale del linguaggio della magia e si propone una sistemazione tipologica originale. Viene poi studiata l’evoluzione del genere nell’arco del millennio indagato, individuando diversi tipi e delineandone fortuna e trasformazioni. Ci si occupa quindi delle varietà e dei registri di lingua impiegati, delle caratteristiche metriche e stilistiche dei testi, della loro trasmissione (scritta, orale o mista). La storia parallela delle testimonianze metalinguistiche (dalle semplici menzioni, alle severe condanne, alle sapide parodie) permette di precisare e illuminare la storia dei testi. Seguono una cinquantina di scongiuri (latini, italiani, francesi, occitani, catalani) in ordine cronologico, con note filologiche e linguistiche, traduzione e commento. Di alcuni testi si forniscono nuove edizioni; altri sono del tutto inediti. Indici di manoscritti, voci notevoli, tipi funzionali, varietà linguistiche chiudono il volume.
2019
978-886973-333-8
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