Questo libro raccoglie le testimonianze pittoriche in Campania, particolarmente rilevanti dal punto di vista iconografico, comprese tra VIII e XII secolo. Il recupero della memoria artistica di tale territorio dimostra che soprattutto nel Medioevo esso fu uno dei grandi centri di elaborazione di temi e iconografie dell’Occidente europeo, svolgendo un ruolo determinante nella trasmissione di impulsi e influenze provenienti dall’Oriente. Tale ricerca, partendo dall’analisi degli affreschi sopravvissuti, ma anche di numerose fonti (documentarie, agiografiche, letterarie, liturgiche) ha rivelato, infatti, la ricchezza di un patrimonio a volte quasi inedito o comunque poco conosciuto, svelandone la complessità del tessuto figurativo, che comprende scene e temi elaborati per la prima volta o riletti e arricchiti in terra campana di ulteriori valenze e significati, le cui radici affondano in complesse interpretazioni testuali. Riaffiora, dunque, una storia di tramiti e di contesti nella trama della ricerca che prende in esame un arco di quattrocento anni in cui si consuma una ricca stagione di civiltà dalle tracce ancora ben visibili nella serie di affreschi delle calotte absidali, degli intradossi, delle lunette, dei riquadri parietali, in una simbiosi di linguaggi che rinviano a una multipolarità di rapporti, comprendenti stimoli provenienti dal sostrato longobardo, da Roma, dalla Grecia, dalla Cappadocia, da Costantinopoli, dalle terre dell’Italia del Nord, e che si sostanzia grazie ai vettori dell’attività mercantile e commerciale, dei quadri amministrativi e militari dell’organizzazione statale, dell’apparato ecclesiastico sia di rango episcopale sia degli ordini gerarchicamente inferiori, e della migrazione monastica. Una storia di tramiti e di contesti, questo itinerario di cultura pittorica campana, che restituisce un’immagine certamente non provinciale o autarchica della regione, e che ne riscopre, piuttosto, la natura intellettualmente fertile e germinatrice di soluzioni iconografiche nuove e desuete.

Campania picta. Temi colti e schemi desueti negli affreschi tra i secoli VIII e XII

Marchionibus, Maria Rosaria
2019-01-01

Abstract

Questo libro raccoglie le testimonianze pittoriche in Campania, particolarmente rilevanti dal punto di vista iconografico, comprese tra VIII e XII secolo. Il recupero della memoria artistica di tale territorio dimostra che soprattutto nel Medioevo esso fu uno dei grandi centri di elaborazione di temi e iconografie dell’Occidente europeo, svolgendo un ruolo determinante nella trasmissione di impulsi e influenze provenienti dall’Oriente. Tale ricerca, partendo dall’analisi degli affreschi sopravvissuti, ma anche di numerose fonti (documentarie, agiografiche, letterarie, liturgiche) ha rivelato, infatti, la ricchezza di un patrimonio a volte quasi inedito o comunque poco conosciuto, svelandone la complessità del tessuto figurativo, che comprende scene e temi elaborati per la prima volta o riletti e arricchiti in terra campana di ulteriori valenze e significati, le cui radici affondano in complesse interpretazioni testuali. Riaffiora, dunque, una storia di tramiti e di contesti nella trama della ricerca che prende in esame un arco di quattrocento anni in cui si consuma una ricca stagione di civiltà dalle tracce ancora ben visibili nella serie di affreschi delle calotte absidali, degli intradossi, delle lunette, dei riquadri parietali, in una simbiosi di linguaggi che rinviano a una multipolarità di rapporti, comprendenti stimoli provenienti dal sostrato longobardo, da Roma, dalla Grecia, dalla Cappadocia, da Costantinopoli, dalle terre dell’Italia del Nord, e che si sostanzia grazie ai vettori dell’attività mercantile e commerciale, dei quadri amministrativi e militari dell’organizzazione statale, dell’apparato ecclesiastico sia di rango episcopale sia degli ordini gerarchicamente inferiori, e della migrazione monastica. Una storia di tramiti e di contesti, questo itinerario di cultura pittorica campana, che restituisce un’immagine certamente non provinciale o autarchica della regione, e che ne riscopre, piuttosto, la natura intellettualmente fertile e germinatrice di soluzioni iconografiche nuove e desuete.
2019
978-88-99224-58-5
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