Le demarcazioni amministrative e il proliferare di enti intermedi sono spesso un ostacolo al governo del territorio in zone esposte a rischio: aree contigue, divise da confini politico-amministrativi che, di fatto, riducono la potenzialità delle iniziative intraprese dai singoli attori istituzionali. Per indagare tale questione, si prenderà in considerazione il caso della Valle Caudina, delimitata dai parchi naturali del Partenio e del Taburno, che presenta un’articolazione territoriale estremamente frazionata. La Conca del Sannio, difatti, pur facendo parte del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale (afferendo all’ Autorità di bacino Liri-Garigliano-Volturno e all’ A.T.O. 1-Alto Calore Irpino), conta ben 14 Comuni appartenenti a due diverse Province, quella di Avellino e quella di Benevento (di cui uno quale enclave nella Provincia di Avellino); a due Comunità montane e a due distinti GAL; tali partizioni territoriali, non soltanto sembrano diminuire il risultato mitigativo delle azioni di difesa del suolo promosse dai diversi enti, ma inoltre contribuiscono a intricare la fase emergenziale e post-calamitosa. Per questo motivo, tale area, da sempre soggetta a dissesto idrogeologico, soprattutto colate rapide di fango e crolli – risultati in eventi catastrofici che ne hanno segnato la storia – deve oggi far fronte alla necessità di uniformare i piani preventivi promuovendo una ri-articolazione territoriale che punti al superamento dei confini amministrativi. Tra le esperienze intraprese, l’Unione dei Comuni Città Caudina, che conta al momento dieci Comuni della Valle, sta promuovendo soluzioni volte alla mitigazione del rischio pur non senza difficoltà e criticità.
Superamento dei confini ed esperienze condivise: la Valle Caudina
E GUADAGNO
2020-01-01
Abstract
Le demarcazioni amministrative e il proliferare di enti intermedi sono spesso un ostacolo al governo del territorio in zone esposte a rischio: aree contigue, divise da confini politico-amministrativi che, di fatto, riducono la potenzialità delle iniziative intraprese dai singoli attori istituzionali. Per indagare tale questione, si prenderà in considerazione il caso della Valle Caudina, delimitata dai parchi naturali del Partenio e del Taburno, che presenta un’articolazione territoriale estremamente frazionata. La Conca del Sannio, difatti, pur facendo parte del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale (afferendo all’ Autorità di bacino Liri-Garigliano-Volturno e all’ A.T.O. 1-Alto Calore Irpino), conta ben 14 Comuni appartenenti a due diverse Province, quella di Avellino e quella di Benevento (di cui uno quale enclave nella Provincia di Avellino); a due Comunità montane e a due distinti GAL; tali partizioni territoriali, non soltanto sembrano diminuire il risultato mitigativo delle azioni di difesa del suolo promosse dai diversi enti, ma inoltre contribuiscono a intricare la fase emergenziale e post-calamitosa. Per questo motivo, tale area, da sempre soggetta a dissesto idrogeologico, soprattutto colate rapide di fango e crolli – risultati in eventi catastrofici che ne hanno segnato la storia – deve oggi far fronte alla necessità di uniformare i piani preventivi promuovendo una ri-articolazione territoriale che punti al superamento dei confini amministrativi. Tra le esperienze intraprese, l’Unione dei Comuni Città Caudina, che conta al momento dieci Comuni della Valle, sta promuovendo soluzioni volte alla mitigazione del rischio pur non senza difficoltà e criticità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Confin(at)i_guadagno.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione
488.99 kB
Formato
Adobe PDF
|
488.99 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.