Come accade con il linguaggio della poesia, il cui senso resta sottaciuto: nessun verso e neanche il loro insieme esprime il tutto. Il poema resta nell’ambito del non detto, il suo luogo (Erörterung) non è dato. L’arte della poesia non proviene da qualcosa di noto, ma da un fondo oscuro, che si cela dietro la volontà di rappresentazione del poeta, dietro il suo desiderio di dominio e solo in questo modo egli può realizzare qualcosa di realmente originario. In questo contesto originario si inscrivono le poesie di Gilda Vălcan, che interpellano il lettore, imponendogli l’esperienza di un universo nuovo che intende scuotere i principi di tutto ciò che è considerato fermo, sicuro, ordinario e triviale. L’apertura di questo universo, in se stesso originario, cioè fondato su qualcosa che non ha nulla a che fare con il noto, il definito e il rappresentabile, costituisce l’essenza stessa dei versi della scrittrice, i quali testimoniano di un dialogo sempre in atto con un interlocutore, di un conflitto sempre in-opera, del suo darsi nell’essere. La poetessa, nominando il mondo circostante, entra in dialogo con esso; il suo è un appello che si apre nella parola poetica per donare uno spazio e una voce all’essere.

All’ombra della parola poetica

Irma Carannante
2021-01-01

Abstract

Come accade con il linguaggio della poesia, il cui senso resta sottaciuto: nessun verso e neanche il loro insieme esprime il tutto. Il poema resta nell’ambito del non detto, il suo luogo (Erörterung) non è dato. L’arte della poesia non proviene da qualcosa di noto, ma da un fondo oscuro, che si cela dietro la volontà di rappresentazione del poeta, dietro il suo desiderio di dominio e solo in questo modo egli può realizzare qualcosa di realmente originario. In questo contesto originario si inscrivono le poesie di Gilda Vălcan, che interpellano il lettore, imponendogli l’esperienza di un universo nuovo che intende scuotere i principi di tutto ciò che è considerato fermo, sicuro, ordinario e triviale. L’apertura di questo universo, in se stesso originario, cioè fondato su qualcosa che non ha nulla a che fare con il noto, il definito e il rappresentabile, costituisce l’essenza stessa dei versi della scrittrice, i quali testimoniano di un dialogo sempre in atto con un interlocutore, di un conflitto sempre in-opera, del suo darsi nell’essere. La poetessa, nominando il mondo circostante, entra in dialogo con esso; il suo è un appello che si apre nella parola poetica per donare uno spazio e una voce all’essere.
2021
978-88-32062-14-4
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