I percorsi biografici e le pratiche quotidiane dei malati di AIDS resistono a ogni tentativo di ridurre la malattia a evento biologico. L’indagine etnografica condotta in Tigray (Etiopia) ha evidenziato infatti come i vissuti e le esperienze di malattia interagiscano con i significati simbolici che vi si addensano intorno e con l’apparato sanitario (locale e transnazionale, governativo e nongovernativo) preposto alla prevenzione e alla gestione dell’epidemia. In primo luogo, sarà esplorato il legame tra la pluralità delle concezioni dell’AIDS, le sue ricadute sociali e i tentativi dei pazienti di gestire e trovare una soluzione olistica al male. In secondo luogo, sarà esaminato l’apparato sanitario, come detentore di un potere che plasma categorie sociali, determina l’accesso a specifici diritti, modella pratiche corporee e al tempo stesso costituisce un campo per nuovi sensi di appartenenza e (bio)socialità. Un campo all’interno del quale le associazione dei malati sperimentano nuove soggettività e innovative pratiche di educazione alla cittadinanza.

«Non sapevo che bisognasse tenerlo nascosto». Associazionismo e nuove forme di cittadinanza nella gestione dell’AIDS a Mekelle

Aurora Massa
2012-01-01

Abstract

I percorsi biografici e le pratiche quotidiane dei malati di AIDS resistono a ogni tentativo di ridurre la malattia a evento biologico. L’indagine etnografica condotta in Tigray (Etiopia) ha evidenziato infatti come i vissuti e le esperienze di malattia interagiscano con i significati simbolici che vi si addensano intorno e con l’apparato sanitario (locale e transnazionale, governativo e nongovernativo) preposto alla prevenzione e alla gestione dell’epidemia. In primo luogo, sarà esplorato il legame tra la pluralità delle concezioni dell’AIDS, le sue ricadute sociali e i tentativi dei pazienti di gestire e trovare una soluzione olistica al male. In secondo luogo, sarà esaminato l’apparato sanitario, come detentore di un potere che plasma categorie sociali, determina l’accesso a specifici diritti, modella pratiche corporee e al tempo stesso costituisce un campo per nuovi sensi di appartenenza e (bio)socialità. Un campo all’interno del quale le associazione dei malati sperimentano nuove soggettività e innovative pratiche di educazione alla cittadinanza.
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