La convivenza dell'elemento tragico con quello comico ha da sempre registrato l'ambivalenza connaturata alla dimensione esistenziale, in favore della contaminazione e in polemica con ogni accademismo e rigore classicista. Essa ha rappresentato una logica alternativa alla mimesi più tradizionalmente intesa, in una continua tensione tra la forza normativa della precettistica letteraria e l'esuberanza di forme scaturite dalla necessità di rompere l'orizzonte di attesa del pubblico, ingaggiando un nuovo gioco comunicativo e interpretativo. Fattasi genere letterario tra il Cinquecento e il Settecento, come tragicommedia, dramma pastorale o poema eroicomico, se ne può registrare la presenza in tutte le stagioni e in tutti gli ambiti, dall'antica Grecia alla letteratura contemporanea. Da Euripide a lonesco, passando per Shakespeare, Cervantes, Tassoni, Grimmelshausen o Pope, le modalità del comico e del tragico trovano mille possibili declinazioni e sfumature di combinazione semiseria per determinare un'estetica dell'impurità che è chiave di volta sia della sensibilità barocca che di quella contemporanea, quando troverà nuove manifestazioni ad esempio nel surrealismo e nel black humour del Novecento. Il volume muove da questo assunto, proponendo, come enuncia il titolo tratto dalla Defence of Poesie di Sidney, letture e percorsi che esplorano i linguaggi del tragicomico, la portata innovatrice e insieme corrosiva generata dalla commistione di alto e basso, di kings & clowns, in un arco cronologico che origina nel Rinascimento e giunge alla contemporaneità. I contributi, organizzati in tre sezioni e ordinati cronologicamente, affrontano da prospettive metodologiche diverse la natura sfuggente e paradossale del tragicomico, offrendo una lente attraverso cui leggerne il (non)senso, secondo una logica interna che lega autorialità, attorialità e inter/testualità.
Kings and Clowns. Il (non)senso del tragicomico.
CIOCCA Rossella
2021-01-01
Abstract
La convivenza dell'elemento tragico con quello comico ha da sempre registrato l'ambivalenza connaturata alla dimensione esistenziale, in favore della contaminazione e in polemica con ogni accademismo e rigore classicista. Essa ha rappresentato una logica alternativa alla mimesi più tradizionalmente intesa, in una continua tensione tra la forza normativa della precettistica letteraria e l'esuberanza di forme scaturite dalla necessità di rompere l'orizzonte di attesa del pubblico, ingaggiando un nuovo gioco comunicativo e interpretativo. Fattasi genere letterario tra il Cinquecento e il Settecento, come tragicommedia, dramma pastorale o poema eroicomico, se ne può registrare la presenza in tutte le stagioni e in tutti gli ambiti, dall'antica Grecia alla letteratura contemporanea. Da Euripide a lonesco, passando per Shakespeare, Cervantes, Tassoni, Grimmelshausen o Pope, le modalità del comico e del tragico trovano mille possibili declinazioni e sfumature di combinazione semiseria per determinare un'estetica dell'impurità che è chiave di volta sia della sensibilità barocca che di quella contemporanea, quando troverà nuove manifestazioni ad esempio nel surrealismo e nel black humour del Novecento. Il volume muove da questo assunto, proponendo, come enuncia il titolo tratto dalla Defence of Poesie di Sidney, letture e percorsi che esplorano i linguaggi del tragicomico, la portata innovatrice e insieme corrosiva generata dalla commistione di alto e basso, di kings & clowns, in un arco cronologico che origina nel Rinascimento e giunge alla contemporaneità. I contributi, organizzati in tre sezioni e ordinati cronologicamente, affrontano da prospettive metodologiche diverse la natura sfuggente e paradossale del tragicomico, offrendo una lente attraverso cui leggerne il (non)senso, secondo una logica interna che lega autorialità, attorialità e inter/testualità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.