Il capitolo evidenzia l’evoluzione che il tema della responsabilità sociale ha registrato in Cina negli ultimi anni. Superata l’ostilità iniziale verso standard di comportamento considerati estranei alla cultura imprenditoriale locale e strumentali al tentativo dei paesi occidentali di contenere l’espansione manifatturiera e esportatrice del paese, governo e imprenditori si sono impegnati per veicolare il valore etico e economico della RSI. Oggi la Cina vanta un apparato normativo tra i più rigidi in materia di danno ambientale e nei progetti ambiziosi correlati al “Chinese dream” ha inserito corposi obiettivi di tutela del lavoro. Da sottolineare a questo proposito che per le imprese statali cinesi (impegnate nei processi di delocalizzazione nei paesi che si trovano sulle dorsali della Belt & Road Initiative) l’adesione e la rendicontazione della responsabilità sociale di impresa perdono il carattere volontario e diventano da subito un obbligo di legge. Ciò nonostante, nei settori labour intensive come il tessile-abbigliamento, frammentati in una miriade di piccole imprese, la compliance agli standard (obbligatori o volontari) stenta ad affermarsi. La risposta del governo alla tiepida adesione da parte degli imprenditori sta nella tecnologia. I piani di riqualificazione industriale imperniati su digitalizzazione, IoT, radio frequency identification ecc. sono considerati la chiave per superare il gap tra l’impegno normativo e la scarsa adesione sostanziale.

”Cina: tecnologia e leggi al servizio della responsabilità sociale di impresa”

Siddivo' M.
2020-01-01

Abstract

Il capitolo evidenzia l’evoluzione che il tema della responsabilità sociale ha registrato in Cina negli ultimi anni. Superata l’ostilità iniziale verso standard di comportamento considerati estranei alla cultura imprenditoriale locale e strumentali al tentativo dei paesi occidentali di contenere l’espansione manifatturiera e esportatrice del paese, governo e imprenditori si sono impegnati per veicolare il valore etico e economico della RSI. Oggi la Cina vanta un apparato normativo tra i più rigidi in materia di danno ambientale e nei progetti ambiziosi correlati al “Chinese dream” ha inserito corposi obiettivi di tutela del lavoro. Da sottolineare a questo proposito che per le imprese statali cinesi (impegnate nei processi di delocalizzazione nei paesi che si trovano sulle dorsali della Belt & Road Initiative) l’adesione e la rendicontazione della responsabilità sociale di impresa perdono il carattere volontario e diventano da subito un obbligo di legge. Ciò nonostante, nei settori labour intensive come il tessile-abbigliamento, frammentati in una miriade di piccole imprese, la compliance agli standard (obbligatori o volontari) stenta ad affermarsi. La risposta del governo alla tiepida adesione da parte degli imprenditori sta nella tecnologia. I piani di riqualificazione industriale imperniati su digitalizzazione, IoT, radio frequency identification ecc. sono considerati la chiave per superare il gap tra l’impegno normativo e la scarsa adesione sostanziale.
2020
9788838697104
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