La mitigazione del rischio ambientale è uno degli obiettivi cardine nella lotta ai cambiamenti clima- tici e passa attraverso il coinvolgimento necessario e attivo della popolazione nei processi decisionali relativi all’uso del suolo, soprattutto nelle aree rurali e montane che, però, risultano essere sempre più fragili. Difatti, a fronte dell’aumento di intensità e frequenza degli eventi climatici estremi, questi ambienti presentano territori degradati e mal gestiti caratte- rizzati sia dall’abbandono del territorio sia dal crescente invecchiamento della popolazione, evento che, peraltro, favori- sce la dispersione dei saperi locali, utili alle pratiche di mitigazione del rischio. Le contraddizioni emergenti tra i principi e le prassi gestionali e tra le pratiche di uso del suolo e gli impatti del degrado ambientale rappresenteranno, allora, il pri- sma interpretativo per mettere in relazione lo spopolamento delle aree interne campane, l’aumento dei danni causati dal degrado ambientale e dai cambiamenti climatici in atto, e il loro impatto su questi territori, nei termini di vulnerabilità individuale e collettiva. Sebbene la Strategia Nazionale Aree Interne nonché progetti locali e misure finanziate con fondi europei abbiano insistito sulla necessità del ripopolamento delle aree rurali quale strumento di mitigazione del rischio, ad oggi la questione rimane insoluta, sottolineando quanto il legame tra spopolamento e vulnerabilità dei territori sia un fenomeno “paradossale” la cui soluzione appare essenziale per la creazione di comunità sostenibili.
Spopolamento e in-sostenibilità: l’esempio della Campania
eleonora guadagno
2021-01-01
Abstract
La mitigazione del rischio ambientale è uno degli obiettivi cardine nella lotta ai cambiamenti clima- tici e passa attraverso il coinvolgimento necessario e attivo della popolazione nei processi decisionali relativi all’uso del suolo, soprattutto nelle aree rurali e montane che, però, risultano essere sempre più fragili. Difatti, a fronte dell’aumento di intensità e frequenza degli eventi climatici estremi, questi ambienti presentano territori degradati e mal gestiti caratte- rizzati sia dall’abbandono del territorio sia dal crescente invecchiamento della popolazione, evento che, peraltro, favori- sce la dispersione dei saperi locali, utili alle pratiche di mitigazione del rischio. Le contraddizioni emergenti tra i principi e le prassi gestionali e tra le pratiche di uso del suolo e gli impatti del degrado ambientale rappresenteranno, allora, il pri- sma interpretativo per mettere in relazione lo spopolamento delle aree interne campane, l’aumento dei danni causati dal degrado ambientale e dai cambiamenti climatici in atto, e il loro impatto su questi territori, nei termini di vulnerabilità individuale e collettiva. Sebbene la Strategia Nazionale Aree Interne nonché progetti locali e misure finanziate con fondi europei abbiano insistito sulla necessità del ripopolamento delle aree rurali quale strumento di mitigazione del rischio, ad oggi la questione rimane insoluta, sottolineando quanto il legame tra spopolamento e vulnerabilità dei territori sia un fenomeno “paradossale” la cui soluzione appare essenziale per la creazione di comunità sostenibili.File | Dimensione | Formato | |
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