La rappresentazione letteraria e cinematografica dell’occupazione italiana della Grecia appare, per più versi, corrispondere al mito degli Italiani brava gente e allo stereotipo del soldato italiano poco bellicoso, più vittima della guerra di Mussolini che suo esecutore. D’altra parte si possono rilevare alcuni tentativi per contrastare, almeno parzialmente, questa narrazione. Il primo tentativo risale a Renzo Renzi che nel 1953 pubblica una “proposta per un film” sull’occupazione della Grecia. Ma la sua proposta non giunge nelle sale cinematografiche italiane, bensì finisce nelle aule di un tribunale militare. Seguono, a pochi anni di distanza, due opere narrative che affrontano la stessa tematica declinandola tuttavia in modo diverso, la raccolta di racconti S’agapò di Renzo Biasion (1954) e il romanzo Le soldatesse di Ugo Pirro (1956) da cui nel 1965 verrà tratto l’omonimo film. Anche i racconti di Biasion giungeranno sul grande schermo a 40 anni dalla loro pubblicazione, con il film Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1991). Tuttavia, solo leggendo il soggetto di Enzo Monteleone pubblicato successivamente (1992) si apprende come originariamente fosse prevista una versione assai meno astorica e escapistica del risultato finale. Al pari del film mai realizzato proposto da Renzi, dunque, anche una parte (piccola ma assai significativa) del soggetto di Monteleone non vedrà mai la luce. Lo stesso destino è riservato a un progetto cinematografico che viene concepito, assai lontano dall’Italia e molto prima di quello di Renzi, negli anni in cui l’occupazione della Grecia è ancora in atto: nel 1942 Thomas Mann scrive un breve abbozzo per un film sull’occupazione italo-tedesca incentrato sul partigiano Ulysses, figura mitica e al contempo attuale, che si oppone agli occupanti-usurpatori. Questo progetto manniano affatto sorprendente è stato pubblicato per la prima volta solo recentemente (2014) ed è in Italia ancora del tutto sconosciuto.

Percorsi accidentati. Narrazioni dell'occupazione italiana della Grecia tra letteratura e cinema

Elisabeth Galvan
2020-01-01

Abstract

La rappresentazione letteraria e cinematografica dell’occupazione italiana della Grecia appare, per più versi, corrispondere al mito degli Italiani brava gente e allo stereotipo del soldato italiano poco bellicoso, più vittima della guerra di Mussolini che suo esecutore. D’altra parte si possono rilevare alcuni tentativi per contrastare, almeno parzialmente, questa narrazione. Il primo tentativo risale a Renzo Renzi che nel 1953 pubblica una “proposta per un film” sull’occupazione della Grecia. Ma la sua proposta non giunge nelle sale cinematografiche italiane, bensì finisce nelle aule di un tribunale militare. Seguono, a pochi anni di distanza, due opere narrative che affrontano la stessa tematica declinandola tuttavia in modo diverso, la raccolta di racconti S’agapò di Renzo Biasion (1954) e il romanzo Le soldatesse di Ugo Pirro (1956) da cui nel 1965 verrà tratto l’omonimo film. Anche i racconti di Biasion giungeranno sul grande schermo a 40 anni dalla loro pubblicazione, con il film Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1991). Tuttavia, solo leggendo il soggetto di Enzo Monteleone pubblicato successivamente (1992) si apprende come originariamente fosse prevista una versione assai meno astorica e escapistica del risultato finale. Al pari del film mai realizzato proposto da Renzi, dunque, anche una parte (piccola ma assai significativa) del soggetto di Monteleone non vedrà mai la luce. Lo stesso destino è riservato a un progetto cinematografico che viene concepito, assai lontano dall’Italia e molto prima di quello di Renzi, negli anni in cui l’occupazione della Grecia è ancora in atto: nel 1942 Thomas Mann scrive un breve abbozzo per un film sull’occupazione italo-tedesca incentrato sul partigiano Ulysses, figura mitica e al contempo attuale, che si oppone agli occupanti-usurpatori. Questo progetto manniano affatto sorprendente è stato pubblicato per la prima volta solo recentemente (2014) ed è in Italia ancora del tutto sconosciuto.
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