La canzone napoletana di matrice ottocentesca, negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, da semplice esecuzione melodica, tende ad assumere una nuova dimensione spettacolare e commerciale, quando si trasferisce dalla strada al palcoscenico dei cafés-chantants. Genere di intrattenimento musicale e teatrale, il café-chantant nasce in Francia nella prima metà del XIX secolo per poi conquistare, nel capoluogo partenopeo e nel resto della penisola italiana, i gusti del divertimento popolare. In questo variegato contenitore di forme espressive: canto, danza, teatro, cinematografo, attrazioni circensi, illusionismo da fiera, fenomeni da baraccone, la canzone napoletana si rigenera nelle sue potenzialità artistiche. Si assiste all’affermazione di nuove formule compositive: la “macchietta”, la parodia musicale, il bozzetto comico-musicale, destinate alle esibizioni di interpreti solisti o in duetto che ora, in veste di attori-cantanti, non possono più affidare le loro interpretazioni unicamente alla potenza o alla grazia della propria intonazione vocale, ma devono badare anche a una più articolata “resa scenica” del brano da presentare. I tratti distintivi del café-chantant e la sua ibrida spettacolarità saranno in grado di vitalizzare, tra la fine dell’Ottocento e la Prima guerra mondiale, le formule del linguaggio teatrale, in Italia e in Europa, creando le premesse per la nascita di nuovi generi come l’avanspettacolo e la Rivista.

Il Varietà e le trasformazioni dell’arte scenica a Napoli. Dalla belle époque del café-chantant alla Rivista.

Paolo Sommaiolo
2022-01-01

Abstract

La canzone napoletana di matrice ottocentesca, negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, da semplice esecuzione melodica, tende ad assumere una nuova dimensione spettacolare e commerciale, quando si trasferisce dalla strada al palcoscenico dei cafés-chantants. Genere di intrattenimento musicale e teatrale, il café-chantant nasce in Francia nella prima metà del XIX secolo per poi conquistare, nel capoluogo partenopeo e nel resto della penisola italiana, i gusti del divertimento popolare. In questo variegato contenitore di forme espressive: canto, danza, teatro, cinematografo, attrazioni circensi, illusionismo da fiera, fenomeni da baraccone, la canzone napoletana si rigenera nelle sue potenzialità artistiche. Si assiste all’affermazione di nuove formule compositive: la “macchietta”, la parodia musicale, il bozzetto comico-musicale, destinate alle esibizioni di interpreti solisti o in duetto che ora, in veste di attori-cantanti, non possono più affidare le loro interpretazioni unicamente alla potenza o alla grazia della propria intonazione vocale, ma devono badare anche a una più articolata “resa scenica” del brano da presentare. I tratti distintivi del café-chantant e la sua ibrida spettacolarità saranno in grado di vitalizzare, tra la fine dell’Ottocento e la Prima guerra mondiale, le formule del linguaggio teatrale, in Italia e in Europa, creando le premesse per la nascita di nuovi generi come l’avanspettacolo e la Rivista.
2022
978-88-569-0885-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/210457
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