A partire da alcuni snodi critici del dibattito contemporaneo sullo statuto stesso dell'umano quali marginalità e modernità, solidità e evanescenza, urgenza creativa e obsolescenza, il presente contributo si concentra sulla doppia focalizzazione straniante − in termini di esilio e sogno − di un mondo residuale di frammenti, scarti e rovine quale emerge in "Solid Objects" (1920) di Virginia Woolf e in "The Artist of Disappearance" (2011) di Anita Desai. In entrambi i casi la cifra distintiva di questi oggetti narrativi è una straordinaria qualità segreta e visionaria che restituisce con intensità straniante la tensione tra ambizione e fallimento, slancio vitale e alienazione che irrompe epifanicamente nella trama oppressiva del quotidiano.

"L’esilio e il sogno: declinazioni dell’obsolescenza in Virginia Woolf e Anita Desai"

Carmela Maria Laudando
2022-01-01

Abstract

A partire da alcuni snodi critici del dibattito contemporaneo sullo statuto stesso dell'umano quali marginalità e modernità, solidità e evanescenza, urgenza creativa e obsolescenza, il presente contributo si concentra sulla doppia focalizzazione straniante − in termini di esilio e sogno − di un mondo residuale di frammenti, scarti e rovine quale emerge in "Solid Objects" (1920) di Virginia Woolf e in "The Artist of Disappearance" (2011) di Anita Desai. In entrambi i casi la cifra distintiva di questi oggetti narrativi è una straordinaria qualità segreta e visionaria che restituisce con intensità straniante la tensione tra ambizione e fallimento, slancio vitale e alienazione che irrompe epifanicamente nella trama oppressiva del quotidiano.
2022
978-88-32062-28-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/217861
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