The dictatorships of Chile and Argentina in the 1970s and 1980s were characterized by a systematic recourse to “psychological warfare” (“psychological action” in the Argentine case), which was functional, among other things, in legitimizing these regimes, in creating consensus around the government action and the objectives pursued, to manipulate and mobilize, as necessary, that part of public opinion that identified itself with the transformation process carried out. In both the cases of Chile and Argentina there was nothing improvised. All activity relating to the “psychosocial field” was conducted by a centralized system, subject to the directives of the military leaders and made up of special bodies specialized in these areas, which elaborated strategies, operational plans, programs for each level. In both cases, the objective of these “national security” regimes was to influence the opinions, attitudes, ideas, emotions and behaviors of the population. In other words, it was a fight for the mind of men, with the goal of conquering the population on a moral and spiritual level.

Le dittature di Cile e Argentina degli anni Settanta-Ottanta si caratterizzarono per un ricorso sistematico alla “guerra psicologica” (“azione psicologica” nel caso argentino), che servì, fra le varie cose, a conferire legittimità a tali regimi, a creare consenso intorno all’azione di governo e agli obiettivi perseguiti, a manipolare e a mobilitare, a seconda delle necessità, quella parte di opinione pubblica che si identificava con il processo di trasformazione portato avanti. Sia nel caso del Cile che in quello dell’Argentina non ci fu nulla di improvvisato. Tutta l’attività relativa al “campo psicosociale” venne condotta da un sistema centralizzato, sottoposto alle direttive dei vertici, e costituito da appositi organismi, specializzati in questi ambiti, che elaborarono strategie, piani operativi, programmi per ogni livello. In entrambi i casi l’obiettivo di questi regimi di “sicurezza nazionale” fu quello di influire sulle opinioni, attitudini, idee, emozioni, comportamenti della popolazione. In altre parole, si trattò di una lotta per la mente degli uomini, per la conquista della popolazione sul piano morale e spirituale.

“La ‘guerra psicologica’ nelle dittature latinoamericane. I casi di Cile e Argentina”

Alessandro Guida
2023-01-01

Abstract

The dictatorships of Chile and Argentina in the 1970s and 1980s were characterized by a systematic recourse to “psychological warfare” (“psychological action” in the Argentine case), which was functional, among other things, in legitimizing these regimes, in creating consensus around the government action and the objectives pursued, to manipulate and mobilize, as necessary, that part of public opinion that identified itself with the transformation process carried out. In both the cases of Chile and Argentina there was nothing improvised. All activity relating to the “psychosocial field” was conducted by a centralized system, subject to the directives of the military leaders and made up of special bodies specialized in these areas, which elaborated strategies, operational plans, programs for each level. In both cases, the objective of these “national security” regimes was to influence the opinions, attitudes, ideas, emotions and behaviors of the population. In other words, it was a fight for the mind of men, with the goal of conquering the population on a moral and spiritual level.
2023
Le dittature di Cile e Argentina degli anni Settanta-Ottanta si caratterizzarono per un ricorso sistematico alla “guerra psicologica” (“azione psicologica” nel caso argentino), che servì, fra le varie cose, a conferire legittimità a tali regimi, a creare consenso intorno all’azione di governo e agli obiettivi perseguiti, a manipolare e a mobilitare, a seconda delle necessità, quella parte di opinione pubblica che si identificava con il processo di trasformazione portato avanti. Sia nel caso del Cile che in quello dell’Argentina non ci fu nulla di improvvisato. Tutta l’attività relativa al “campo psicosociale” venne condotta da un sistema centralizzato, sottoposto alle direttive dei vertici, e costituito da appositi organismi, specializzati in questi ambiti, che elaborarono strategie, piani operativi, programmi per ogni livello. In entrambi i casi l’obiettivo di questi regimi di “sicurezza nazionale” fu quello di influire sulle opinioni, attitudini, idee, emozioni, comportamenti della popolazione. In altre parole, si trattò di una lotta per la mente degli uomini, per la conquista della popolazione sul piano morale e spirituale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/221340
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