Il presente contributo al volume è in realtà un’intervista a Mario Ajazzi Mancini, a partire dal suo romanzo L’esordiente innamorato, sul senso della scrittura, sul segreto della lingua, sulla poesia, alla ricerca di un senso che si sente intimo e immediato, eppure sempre sfuggente. Il viaggio attraverso i ricordi di una vita del protagonista del romanzo rivela una cronologia fallace quanto la memoria dello scrittore: i tempi e i luoghi si confondono. L’autore ricorre allora nella autofiction alle figure dell’amore, scandendo i nomi di tutte le donne che ha amato, che rivivono, tornano a lui, e sembrano custodire il mistero di ogni incontro.
Su «L’Esordiente innamorato»
Rotiroti Giovanni Raimondo
2022-01-01
Abstract
Il presente contributo al volume è in realtà un’intervista a Mario Ajazzi Mancini, a partire dal suo romanzo L’esordiente innamorato, sul senso della scrittura, sul segreto della lingua, sulla poesia, alla ricerca di un senso che si sente intimo e immediato, eppure sempre sfuggente. Il viaggio attraverso i ricordi di una vita del protagonista del romanzo rivela una cronologia fallace quanto la memoria dello scrittore: i tempi e i luoghi si confondono. L’autore ricorre allora nella autofiction alle figure dell’amore, scandendo i nomi di tutte le donne che ha amato, che rivivono, tornano a lui, e sembrano custodire il mistero di ogni incontro.File | Dimensione | Formato | |
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