Nella sua Chronica de sex aetatibus (814 ca.), Claudio di Torino riprende il tema topico per cui a un’unica lingua corrispondono diverse gentes. Nell’esempio, ispirato alla realtà contemporanea, la lingua è il latino e le gentes «Franci, Galli, Itali, qui et Romani, Langobardi, Hispani, Afri, Astures atque Vascones». In questa nota si cerca di capire che cosa si celi dietro questi etnonimi. L’impressione è che le diverse nazioni del mondo culturale latino siano identificate per lo più sulla base di criteri politico-territoriali, ma che in qualche caso anche l’elemento linguistico giochi un ruolo. Le parole di Claudio potrebbero essere dunque la prima descrizione, o almeno la prima delimitazione, dell’area linguistica romanza.

Lingue e genti nella ‘Chronica’ di Claudio di Torino

Marcello Barbato;
2023-01-01

Abstract

Nella sua Chronica de sex aetatibus (814 ca.), Claudio di Torino riprende il tema topico per cui a un’unica lingua corrispondono diverse gentes. Nell’esempio, ispirato alla realtà contemporanea, la lingua è il latino e le gentes «Franci, Galli, Itali, qui et Romani, Langobardi, Hispani, Afri, Astures atque Vascones». In questa nota si cerca di capire che cosa si celi dietro questi etnonimi. L’impressione è che le diverse nazioni del mondo culturale latino siano identificate per lo più sulla base di criteri politico-territoriali, ma che in qualche caso anche l’elemento linguistico giochi un ruolo. Le parole di Claudio potrebbero essere dunque la prima descrizione, o almeno la prima delimitazione, dell’area linguistica romanza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/223565
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