In Sendebar’s tale Striges, narrated by the stepmother, a dense series of correspondences can be found between the mysterious events experienced by its protagonist and the events in which the Infante is involved in the frame-story, correspondences that induce the final addressee, the reader, and that should have induced the first addressee, Alcos, to recognise the king's favourite in the evil «diabla» of the cuento and to associate the plots woven by one with the manoeuvres carried out by the other. As if to say that the stepmother, instead of speaking for her own benefit, would paradoxically seem to be putting forward arguments in support of her stepson, thus admitting her own guilt. The stepmother's expositional and persuasive deficiency is functional to the sapiential-misogynistic aims of the text: Sendebar’s aversion to women also invades the space of the tales expounded by Alcos’ wife to counter the thesis on female malice sustained with their tales by the king’s seven councillors, undermining its exemplarity. The enxenplos placed in her mouth convey a “second intention”, that of the author of the Book, which does not collide with the “first intention” and the interests of she who narrates them. A “worldview” that imposes itself by attributing to the female word the negative traits of sinister obscurity, incongruity, inadequacy, and instinctive irrationality, underlining not only its inferiority but also its fearsome danger. The discriminating factor, in Sendebar as in similar works, is the use, good or bad, that is made of the saber. The «diabla» of Striges is the cause of her own perdition because of the incautious suggestion she gives to the prince in order to ensnare him (thus an ill-used knowledge); similarly, in the carrier story, the unfaithful wife of the king is the cause of her own condemnation to be burnt «en una caldera en seco» for her counterproductive verbal interventions. Like the prince in the story, the Infante instead treasures the knowledge ‒ acquired in the course of the apprenticeship (which also includes the test of silence) to which he has been subjected ‒ of the stepmother's true nature, and once the obligation of silence has ceased, he makes use of it (it is, therefore, a saber bueno) to re-establish the truth and restore justice.

Nel racconto Striges del Sendebar, narrato dalla matrigna, è rintracciabile una fitta serie di corrispondenze tra la misteriosa vicenda esperita dal suo protagonista e gli eventi nei quali è coinvolto l’Infante nella storia-cornice, corrispondenze che inducono il destinatario ultimo, il lettore, e che avrebbero dovuto indurre il destinatario primo, Alcos, a riconoscere nella malvagia «diabla» del cuento la favorita del re e ad associare le trame tessute dall’una con le manovre poste in essere dall’altra. Come a dire che la matrigna, anziché parlare a proprio vantaggio, sembrerebbe addurre paradossalmente argomenti a sostegno del figliastro, ammettendo così la propria colpevolezza. La deficienza espositiva e persuasiva della matrigna è funzionale alle finalità sapienziali-misogine del testo: l’avversione del Sendebar per la donna invade anche lo spazio dei racconti esposti dalla moglie di Alcos per controbattere alla tesi sulla malizia femminile sostenuta con i loro racconti dai sette consiglieri del re, minandone l’esemplarità. Gli enxenplos postile in bocca veicolano una “seconda intenzione”, quella dell’autore del Libro, che non collima con l’intenzione “prima” e con gli interessi di colei che li narra. Una “visione del mondo” che si impone attribuendo alla parola femminile i tratti negativi dell’oscurità sinistra, dell’incongruenza, dell’inadeguatezza, dell’irrazionalità istintiva, a sottolinearne assieme l’inferiorità ma anche la temibile pericolosità. A fare da discrimine, nel Sendebar come in opere consimili, è l’uso, buono o cattivo, che si fa del saber. La «diabla» di Striges è causa della propria perdizione per l’incauto suggerimento che, al fine di irretirlo (dunque un sapere male impiegato), fornisce al principe; allo stesso modo, nella storia portante, la moglie infedele del re è causa della propria condanna a essere bruciata «en una caldera en seco» per i suoi controproducenti interventi verbali. Come il principe del racconto, l’Infante fa invece tesoro della conoscenza ‒ acquisita nel corso dell’apprendistato (che include anche la prova del silenzio) al quale è stato sottoposto ‒ della vera natura della matrigna, e venuto meno l’obbligo del silenzio se ne avvale (si tratta, dunque, di un saber bueno) per ristabilire la verità e ripristinare la giustizia.

«Estos tus privados son malos e matarte an»: qualche osservazione sul racconto ‘Striges’ del ‘Sendebar’

S. LUONGO
2023-01-01

Abstract

In Sendebar’s tale Striges, narrated by the stepmother, a dense series of correspondences can be found between the mysterious events experienced by its protagonist and the events in which the Infante is involved in the frame-story, correspondences that induce the final addressee, the reader, and that should have induced the first addressee, Alcos, to recognise the king's favourite in the evil «diabla» of the cuento and to associate the plots woven by one with the manoeuvres carried out by the other. As if to say that the stepmother, instead of speaking for her own benefit, would paradoxically seem to be putting forward arguments in support of her stepson, thus admitting her own guilt. The stepmother's expositional and persuasive deficiency is functional to the sapiential-misogynistic aims of the text: Sendebar’s aversion to women also invades the space of the tales expounded by Alcos’ wife to counter the thesis on female malice sustained with their tales by the king’s seven councillors, undermining its exemplarity. The enxenplos placed in her mouth convey a “second intention”, that of the author of the Book, which does not collide with the “first intention” and the interests of she who narrates them. A “worldview” that imposes itself by attributing to the female word the negative traits of sinister obscurity, incongruity, inadequacy, and instinctive irrationality, underlining not only its inferiority but also its fearsome danger. The discriminating factor, in Sendebar as in similar works, is the use, good or bad, that is made of the saber. The «diabla» of Striges is the cause of her own perdition because of the incautious suggestion she gives to the prince in order to ensnare him (thus an ill-used knowledge); similarly, in the carrier story, the unfaithful wife of the king is the cause of her own condemnation to be burnt «en una caldera en seco» for her counterproductive verbal interventions. Like the prince in the story, the Infante instead treasures the knowledge ‒ acquired in the course of the apprenticeship (which also includes the test of silence) to which he has been subjected ‒ of the stepmother's true nature, and once the obligation of silence has ceased, he makes use of it (it is, therefore, a saber bueno) to re-establish the truth and restore justice.
2023
Nel racconto Striges del Sendebar, narrato dalla matrigna, è rintracciabile una fitta serie di corrispondenze tra la misteriosa vicenda esperita dal suo protagonista e gli eventi nei quali è coinvolto l’Infante nella storia-cornice, corrispondenze che inducono il destinatario ultimo, il lettore, e che avrebbero dovuto indurre il destinatario primo, Alcos, a riconoscere nella malvagia «diabla» del cuento la favorita del re e ad associare le trame tessute dall’una con le manovre poste in essere dall’altra. Come a dire che la matrigna, anziché parlare a proprio vantaggio, sembrerebbe addurre paradossalmente argomenti a sostegno del figliastro, ammettendo così la propria colpevolezza. La deficienza espositiva e persuasiva della matrigna è funzionale alle finalità sapienziali-misogine del testo: l’avversione del Sendebar per la donna invade anche lo spazio dei racconti esposti dalla moglie di Alcos per controbattere alla tesi sulla malizia femminile sostenuta con i loro racconti dai sette consiglieri del re, minandone l’esemplarità. Gli enxenplos postile in bocca veicolano una “seconda intenzione”, quella dell’autore del Libro, che non collima con l’intenzione “prima” e con gli interessi di colei che li narra. Una “visione del mondo” che si impone attribuendo alla parola femminile i tratti negativi dell’oscurità sinistra, dell’incongruenza, dell’inadeguatezza, dell’irrazionalità istintiva, a sottolinearne assieme l’inferiorità ma anche la temibile pericolosità. A fare da discrimine, nel Sendebar come in opere consimili, è l’uso, buono o cattivo, che si fa del saber. La «diabla» di Striges è causa della propria perdizione per l’incauto suggerimento che, al fine di irretirlo (dunque un sapere male impiegato), fornisce al principe; allo stesso modo, nella storia portante, la moglie infedele del re è causa della propria condanna a essere bruciata «en una caldera en seco» per i suoi controproducenti interventi verbali. Come il principe del racconto, l’Infante fa invece tesoro della conoscenza ‒ acquisita nel corso dell’apprendistato (che include anche la prova del silenzio) al quale è stato sottoposto ‒ della vera natura della matrigna, e venuto meno l’obbligo del silenzio se ne avvale (si tratta, dunque, di un saber bueno) per ristabilire la verità e ripristinare la giustizia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/224705
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