La recente storiografia del Risorgimento si è avvalsa sempre più spesso dei risultati ottenuti dagli storici della cultura e dagli studiosi di filosofia politica per rinnovare i propri metodi di indagine. I concetti di comunità immaginata (Anderson) e geografia immaginaria (Said e poi Moe), rispettivamente legati alla costruzione dell’identità italiana e dello stereotipo di un Mezzogiorno o arretrato o pittoresco, sono divenuti altresì indispensabili per indagare la forza mitopoietica della letteratura ottocentesca. La borghesia italiana è riuscita ad imporre la propria egemonia anche grazie all’opera di scrittori e giornalisti; tutto quanto è estraneo alla visione eurocentrica di progresso viene sfruttato nel campo dell’intrattenimento: sui giornali prolifica un mondo proto-novellistico che dipinge la marginalità sociale all’insegna dell’esotismo. Tuttavia negli anni ’70, grazie alle inchieste di Franchetti e Sonnino, gli scrittori riuniti intorno alla «Rassegna Settimanale» si affrancano dalla retorica di derivazione risorgimentale e si spostano sul ‘lato avanguardistico del campo’: finalmente si esplorano, con piglio antropologico, le piaghe sociali delle ‘nuove Italie’ e la novella diventa il primo veicolo del verismo.
La rappresentazione della marginalità sociale tra il Risorgimento e gli anni postunitari
Marco Borrelli
2021-01-01
Abstract
La recente storiografia del Risorgimento si è avvalsa sempre più spesso dei risultati ottenuti dagli storici della cultura e dagli studiosi di filosofia politica per rinnovare i propri metodi di indagine. I concetti di comunità immaginata (Anderson) e geografia immaginaria (Said e poi Moe), rispettivamente legati alla costruzione dell’identità italiana e dello stereotipo di un Mezzogiorno o arretrato o pittoresco, sono divenuti altresì indispensabili per indagare la forza mitopoietica della letteratura ottocentesca. La borghesia italiana è riuscita ad imporre la propria egemonia anche grazie all’opera di scrittori e giornalisti; tutto quanto è estraneo alla visione eurocentrica di progresso viene sfruttato nel campo dell’intrattenimento: sui giornali prolifica un mondo proto-novellistico che dipinge la marginalità sociale all’insegna dell’esotismo. Tuttavia negli anni ’70, grazie alle inchieste di Franchetti e Sonnino, gli scrittori riuniti intorno alla «Rassegna Settimanale» si affrancano dalla retorica di derivazione risorgimentale e si spostano sul ‘lato avanguardistico del campo’: finalmente si esplorano, con piglio antropologico, le piaghe sociali delle ‘nuove Italie’ e la novella diventa il primo veicolo del verismo.File | Dimensione | Formato | |
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