La connessione tra infanzia, arte e racconto è riconducibile al-le riflessioni che in merito, negli anni, ci hanno donato scrittori ed ar-tisti del calibro di Giovanni Pascoli e Robert Schumann, quando hanno affermato e confermato, in più occasioni e attraverso la loro opera, quanto per l'infanzia l'arte sia "sempre racconto", quanto sia in diretto e inscindibile rapporto con qualcosa che essa deve, tenden-zialmente, riferire, in termini di semplici stati d'animo o di vere e proprie rappresentazioni; per poi arrivare sino alla possibilità di nar-razioni affidate a tutte le modalità comunicative che l'arte concede e sostiene: immagini, parole, suoni... L'infanzia, per sua natura, si presenta come la stagione della vita maggiormente aperta e predisposta all'interdisciplinarità (Acone, 2018); felicemente in bilico tra territori che gli "inariditi" adulti ten-dono a delimitare mediante steccati disciplinari e contenutistici che poco si adattano all'incontaminata fruizione/rielaborazione fanciulla del mondo. La domanda di fondo, rispetto alla quale sviluppare le rifles-sioni che seguono, potrebbe sintetizzarsi come segue: può la musica rappresentare altro da sé, e quindi "partecipare" al racconto della vita che arriva all'infanzia? Può, in altre parole, entrare in una circolare ed inesausta narrazione che, attraverso suoni, parole, segni, dialoghi con bambini e ragazzi e al contempo sia capace di rappresentarne l'essenza in modo fedele? Si può rispondere ai quesiti appena esposti risalendo alle prime esperienze di conoscenza del mondo, durante le prime fasi di vita o, addirittura, durante le fasi pre-natali.

Infanzia, Arte, Narrazione. Interferenze musicali

Leonardo Acone
2019-01-01

Abstract

La connessione tra infanzia, arte e racconto è riconducibile al-le riflessioni che in merito, negli anni, ci hanno donato scrittori ed ar-tisti del calibro di Giovanni Pascoli e Robert Schumann, quando hanno affermato e confermato, in più occasioni e attraverso la loro opera, quanto per l'infanzia l'arte sia "sempre racconto", quanto sia in diretto e inscindibile rapporto con qualcosa che essa deve, tenden-zialmente, riferire, in termini di semplici stati d'animo o di vere e proprie rappresentazioni; per poi arrivare sino alla possibilità di nar-razioni affidate a tutte le modalità comunicative che l'arte concede e sostiene: immagini, parole, suoni... L'infanzia, per sua natura, si presenta come la stagione della vita maggiormente aperta e predisposta all'interdisciplinarità (Acone, 2018); felicemente in bilico tra territori che gli "inariditi" adulti ten-dono a delimitare mediante steccati disciplinari e contenutistici che poco si adattano all'incontaminata fruizione/rielaborazione fanciulla del mondo. La domanda di fondo, rispetto alla quale sviluppare le rifles-sioni che seguono, potrebbe sintetizzarsi come segue: può la musica rappresentare altro da sé, e quindi "partecipare" al racconto della vita che arriva all'infanzia? Può, in altre parole, entrare in una circolare ed inesausta narrazione che, attraverso suoni, parole, segni, dialoghi con bambini e ragazzi e al contempo sia capace di rappresentarne l'essenza in modo fedele? Si può rispondere ai quesiti appena esposti risalendo alle prime esperienze di conoscenza del mondo, durante le prime fasi di vita o, addirittura, durante le fasi pre-natali.
2019
9788891781819
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/225811
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