Intersecando prospettive e dimensioni di storia dell’educazione, specialmente legate alla tradizione formativa delle pratiche della lettura e agli usi educativi del libro, il volume a più voci si propone di offrire riflessioni e contributi per continuare a pensare il valore formativo della lettura nel tempo presente, di fronte al mutare degli orizzonti dell’immaginario sociale alla trasformazione degli scenari della comunicazione, alla sfide segnate dall’incombere delle nuove frontiere tecnologiche e al ‘destino’ di immersione sempre più avvolgente dentro gli universi del digitale. Le riflessioni che si sviluppano nel saggio partono da un presupposto e da un ineludibile impianto epistemologico: accanto alla canonica letteratura per l'infanzia - con i suoi codici, le sue strutture e la sua 'sintassi pedagogica e programmatica' - esiste una letteratura non destinata all'infanzia ma che, in ogni caso, 'se ne occupa'. Per una letteratura di questo tipo non è sufficiente la presenza, nel testo, di bambini o ragazzi; non basta, cioè, che l'infanzia si riveli quale protagonista della storia o che, in qualche modo, ne risalti il profilo in modo evidente e centrale. La letteratura internazionale di ogni tempo, infatti, ospita da sempre sagome e figure infantili che hanno fatto la storia della stessa arte letteraria, senza però che ciò fosse sufficiente per il verificarsi di una 'alchimia pedagogico-letteraria' che qui si cerca di indagare. Esiste, in tal senso, la possibilità di individuare una intersezione tra la letteratura d'inchiesta più 'difficile' (quella che esplora le devianze, le derive sociali, il degrado di delinquenza e malavita) e l'infanzia come regione incontaminata della vita, come zona pura che, troppo spesso, viene traviata e scandalizzata dalle corrotte dinamiche adulte.

Pagine e schermi 'a sud dell'infanzia'. Roberto Saviano tra pedagogia della narrazione e pervasività mediatica della devianza

Leonardo Acone
2020-01-01

Abstract

Intersecando prospettive e dimensioni di storia dell’educazione, specialmente legate alla tradizione formativa delle pratiche della lettura e agli usi educativi del libro, il volume a più voci si propone di offrire riflessioni e contributi per continuare a pensare il valore formativo della lettura nel tempo presente, di fronte al mutare degli orizzonti dell’immaginario sociale alla trasformazione degli scenari della comunicazione, alla sfide segnate dall’incombere delle nuove frontiere tecnologiche e al ‘destino’ di immersione sempre più avvolgente dentro gli universi del digitale. Le riflessioni che si sviluppano nel saggio partono da un presupposto e da un ineludibile impianto epistemologico: accanto alla canonica letteratura per l'infanzia - con i suoi codici, le sue strutture e la sua 'sintassi pedagogica e programmatica' - esiste una letteratura non destinata all'infanzia ma che, in ogni caso, 'se ne occupa'. Per una letteratura di questo tipo non è sufficiente la presenza, nel testo, di bambini o ragazzi; non basta, cioè, che l'infanzia si riveli quale protagonista della storia o che, in qualche modo, ne risalti il profilo in modo evidente e centrale. La letteratura internazionale di ogni tempo, infatti, ospita da sempre sagome e figure infantili che hanno fatto la storia della stessa arte letteraria, senza però che ciò fosse sufficiente per il verificarsi di una 'alchimia pedagogico-letteraria' che qui si cerca di indagare. Esiste, in tal senso, la possibilità di individuare una intersezione tra la letteratura d'inchiesta più 'difficile' (quella che esplora le devianze, le derive sociali, il degrado di delinquenza e malavita) e l'infanzia come regione incontaminata della vita, come zona pura che, troppo spesso, viene traviata e scandalizzata dalle corrotte dinamiche adulte.
2020
9788867094769
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