L’articolo analizza alcuni aspetti della poetica di Jolanda Insana, mettendo in rilievo la presenza, nelle sue poesie, del discorso mistico, anche se la sua opera non appartiene alla tradizione mistica religiosa. Si evidenzia l'uso di un linguaggio plurilingue che intreccia registri alti e bassi, termini arcaici, neologismi e lessico specialistico tratto dalla medicina medievale, dalla botanica e dalla marina, capaci di generare un lessico innovativo e dissacrante. Il rifiuto di una dimensione mistica, e dunque sacrale ed esoterica della poesia, è sostituita nelle opere di Jolanda Insana dal concetto di "misticanza", intesa come una commistione di esperienze personali, storiche e culturali e di cui si propone l'origine etimologica. Emerge dai versi il conflitto con il linguaggio, un conflitto che è descritto come un corpo a corpo doloroso con la parola e che si traduce in immagini violente, metafore, paradossi e ossimori, elementi tipici della tradizione del "discorso mistico", di cui si ricostruisce la storia nel saggio. L'analisi si sofferma sui riferimenti neotestamentari presenti nella poesia di Insana, dove la relazione mistica con il divino viene trasformata in un’intensa relazione con la Poesia, vista come "sposa", "madre" e "nemica". Particolare attenzione è dedicata al poema Le 14 stazioni, in cui la Via Crucis cristiana è reinterpretata come un percorso personale di dolore e ricerca identitaria. Pur rinunciando alla dimensione mistica tradizionale, la poesia di Insana si configura come una forma di mistica laica, caratterizzata da un’intensa lotta interiore ed espressiva.
La “misticanza” di Jolanda Insana: il discorso mistico di una non mistica
Rosa Piro
2023-01-01
Abstract
L’articolo analizza alcuni aspetti della poetica di Jolanda Insana, mettendo in rilievo la presenza, nelle sue poesie, del discorso mistico, anche se la sua opera non appartiene alla tradizione mistica religiosa. Si evidenzia l'uso di un linguaggio plurilingue che intreccia registri alti e bassi, termini arcaici, neologismi e lessico specialistico tratto dalla medicina medievale, dalla botanica e dalla marina, capaci di generare un lessico innovativo e dissacrante. Il rifiuto di una dimensione mistica, e dunque sacrale ed esoterica della poesia, è sostituita nelle opere di Jolanda Insana dal concetto di "misticanza", intesa come una commistione di esperienze personali, storiche e culturali e di cui si propone l'origine etimologica. Emerge dai versi il conflitto con il linguaggio, un conflitto che è descritto come un corpo a corpo doloroso con la parola e che si traduce in immagini violente, metafore, paradossi e ossimori, elementi tipici della tradizione del "discorso mistico", di cui si ricostruisce la storia nel saggio. L'analisi si sofferma sui riferimenti neotestamentari presenti nella poesia di Insana, dove la relazione mistica con il divino viene trasformata in un’intensa relazione con la Poesia, vista come "sposa", "madre" e "nemica". Particolare attenzione è dedicata al poema Le 14 stazioni, in cui la Via Crucis cristiana è reinterpretata come un percorso personale di dolore e ricerca identitaria. Pur rinunciando alla dimensione mistica tradizionale, la poesia di Insana si configura come una forma di mistica laica, caratterizzata da un’intensa lotta interiore ed espressiva.File | Dimensione | Formato | |
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