This contribution examines the main sources linking the figure of Paulinus of Nola to the Jews and the Jewish world of his times. Paulinus certainly had contacts with Jews: at least one or two monks of his entorurage, Proforus and Restitutus, were of Jewish origins and they were in the group that followed him to Campania at the end of the 4th century. Pauline also had some knowledge of Hebrew, and sometimes used it in his biblical exegesis. As for the archaeological remains, in Cimitile just one lamp with the symbol of the menorah has been found so far: however, there is some epigraphic evidence from the same area, that helps to better understand some aspects of the Jewish presence in the Nolan area. The most important, is the Greek epitaph of Rabbi Abba Mari, from Brusciano. In the last part of the article it is discussed on the role of Paulinus as a possible inspirer of Augustine’s “doctrine of testimony”, according to which the Jews, as living witnesses of the Scriptures, should not be persecuted or forced to conversion.

In questo contributo sono esaminate le principali fonti che legano la figura di Paolino di Nola agli ebrei e al mondo ebraico dei tempi in cui visse. Con gli ebrei Paolino ebbe certamente contatto diretto: almeno uno o due monaci di origine giudaica, Proforo e Restituto, erano presenti nel gruppo che lo seguì in Campania alla fine del IV secolo. Paolino aveva anche qualche conoscenza del’ebraico e se ne servì nella sua opera di esegesi biblica. A Cimitile è stata rinvenuta sinora solo una lucerna col simbolo della menorah: dal territorio tuttavia non mancano testimonianze epigrafiche che aiutano a conoscere meglio alcuni aspetti della presenza giudaica nell’area nolana. La più importante delle quali è l’epitaffio del rabbino Abba Mari, in greco, rinvenuto a Brusciano. Nell’ultima parte dell’articolo ci si sofferma sul ruolo di Paolino come possibile ispiratore della “dottrina della testimonianza” di Agostino, secondo cui gli ebrei, in quanto testimoni viventi della verità delle Scritture, non dovevano essere perseguitati né costretti alla conversione.

Il mondo ebraico fra Paolino e Agostino

Giancarlo Lacerenza
2024-01-01

Abstract

This contribution examines the main sources linking the figure of Paulinus of Nola to the Jews and the Jewish world of his times. Paulinus certainly had contacts with Jews: at least one or two monks of his entorurage, Proforus and Restitutus, were of Jewish origins and they were in the group that followed him to Campania at the end of the 4th century. Pauline also had some knowledge of Hebrew, and sometimes used it in his biblical exegesis. As for the archaeological remains, in Cimitile just one lamp with the symbol of the menorah has been found so far: however, there is some epigraphic evidence from the same area, that helps to better understand some aspects of the Jewish presence in the Nolan area. The most important, is the Greek epitaph of Rabbi Abba Mari, from Brusciano. In the last part of the article it is discussed on the role of Paulinus as a possible inspirer of Augustine’s “doctrine of testimony”, according to which the Jews, as living witnesses of the Scriptures, should not be persecuted or forced to conversion.
2024
978-88-8264-710-0
In questo contributo sono esaminate le principali fonti che legano la figura di Paolino di Nola agli ebrei e al mondo ebraico dei tempi in cui visse. Con gli ebrei Paolino ebbe certamente contatto diretto: almeno uno o due monaci di origine giudaica, Proforo e Restituto, erano presenti nel gruppo che lo seguì in Campania alla fine del IV secolo. Paolino aveva anche qualche conoscenza del’ebraico e se ne servì nella sua opera di esegesi biblica. A Cimitile è stata rinvenuta sinora solo una lucerna col simbolo della menorah: dal territorio tuttavia non mancano testimonianze epigrafiche che aiutano a conoscere meglio alcuni aspetti della presenza giudaica nell’area nolana. La più importante delle quali è l’epitaffio del rabbino Abba Mari, in greco, rinvenuto a Brusciano. Nell’ultima parte dell’articolo ci si sofferma sul ruolo di Paolino come possibile ispiratore della “dottrina della testimonianza” di Agostino, secondo cui gli ebrei, in quanto testimoni viventi della verità delle Scritture, non dovevano essere perseguitati né costretti alla conversione.
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