Nel giugno del 1973 Giuseppe Bartolucci, con la collaborazione di Filiberto Menna, realizza la prima edizione della Rassegna “Incontro/Nuove tendenze”. Si tratta di una manifestazione che riveste un ruolo fondamentale per comprendere la trasformazione del teatro di ricerca negli anni Settanta – in particolare, del cosiddetto Nuovo Teatro; a Salerno, infatti, vengono ufficialmente consacrati il Teatro Immagine prima (1973) e la Postavanguardia poi (1976). La rassegna, però, rappresenta anche un fondamentale momento di riflessione sulla nozione di scrittura scenica e sul diretto coinvolgimento dei critici-‘compagni di strada’. Il presente saggio si propone di ripercorrere i luoghi del festival (con particolare attenzione alle edizioni del 1973 e del 1976), tentando di comprendere come lo spazio e gli spazi della rassegna siano concepiti da Bartolucci come una sorta di dispositivo di scrittura scenica e critica. Un ‘macrospazio’ in cui la ricerca del nuovo riesce a prendere forma sul piano drammaturgico ma anche come esperienza di laboratorio teorico. Un luogo di ‘tangibile’ condivisione tra pratiche sperimentali e riflessione critica. A Salerno, infatti, gli ‘spettacoli-evento’, pensati o ripensati in virtù dei luoghi della manifestazione, vengono messi a fuoco criticamente da un gruppo di intellettuali che organizzano uno spazio interdisciplinare di riflessione e confronto – in tempo reale – sui processi linguistici in atto.

La Rassegna Incontro/Nuove tendenze: lo spazio del festival come laboratorio di scrittura scenica e critica

Mimma Valentino
2022-01-01

Abstract

Nel giugno del 1973 Giuseppe Bartolucci, con la collaborazione di Filiberto Menna, realizza la prima edizione della Rassegna “Incontro/Nuove tendenze”. Si tratta di una manifestazione che riveste un ruolo fondamentale per comprendere la trasformazione del teatro di ricerca negli anni Settanta – in particolare, del cosiddetto Nuovo Teatro; a Salerno, infatti, vengono ufficialmente consacrati il Teatro Immagine prima (1973) e la Postavanguardia poi (1976). La rassegna, però, rappresenta anche un fondamentale momento di riflessione sulla nozione di scrittura scenica e sul diretto coinvolgimento dei critici-‘compagni di strada’. Il presente saggio si propone di ripercorrere i luoghi del festival (con particolare attenzione alle edizioni del 1973 e del 1976), tentando di comprendere come lo spazio e gli spazi della rassegna siano concepiti da Bartolucci come una sorta di dispositivo di scrittura scenica e critica. Un ‘macrospazio’ in cui la ricerca del nuovo riesce a prendere forma sul piano drammaturgico ma anche come esperienza di laboratorio teorico. Un luogo di ‘tangibile’ condivisione tra pratiche sperimentali e riflessione critica. A Salerno, infatti, gli ‘spettacoli-evento’, pensati o ripensati in virtù dei luoghi della manifestazione, vengono messi a fuoco criticamente da un gruppo di intellettuali che organizzano uno spazio interdisciplinare di riflessione e confronto – in tempo reale – sui processi linguistici in atto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/232324
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